ALBA In merito alla situazione dell’Asti-Cuneo, per la quale dal 1 settembre scatterà il sistema di pagamento free flow da Asti a Castagnito, intervengono dall’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, in prima linea sul tema da anni.
«In questi giorni. abbiamo fatto un sopralluogo sui lavori della tratta 2.6a dell’Asti-Cuneo e abbiamo constatato che ben poco è stato fatto in questi 7 mesi di cantiere. La tratta Verduno – moncone di Cherasco si conferma una opera devastante, che viene purtroppo solo posticipata. Alleghiamo un paio di foto per documentare un ambiente incontaminato che fra due anni non vedremo più.
Da altre foto allegate, si può rilevare che:
- è stato demolito il Molino Roggeri e altre due case limitrofe;
- sono iniziate le costruzioni delle piattaforme per i piloni dei viadotti/sovrappassi ed un rilevato di riferimento del percorso;
- il concessionario prevede di realizzare la tratta in 900 giorni dall’inizio lavori (data non indicata).
Che dire? Inizialmente il concessionario aveva scritto che per completare il lotto 2.6a ci sarebbero voluti 30 mesi (mal contati 900 gg). Quando fu evidente che in 30 mesi non sarebbe stato possibile rispettare la scadenza delle elezioni regionali, cara al Presidente Cirio, la Società si affrettò a dichiarare che ce l’avrebbe fatta in 15 mesi. Ora, ad elezioni passate, la previsione è tornata ai valori iniziali: 30 mesi. Non vale la pena commentare».
Il pagamento free flow
Così proseguono dall’Osservatorio: «Fra pochi giorni partirà quel infernale sistema di pedaggio che si chiama Free Flow, quasi inesistente in Italia, usato all’estero su autostrade ad alto traffico e con utenza che usa quasi esclusivamente pagamenti elettronici. Tutto il contrario di quello che riguarda il nostro territorio che farà da cavia.
Nonostante i lavori per la tangenziale di Alba (Lotto 2.5) non siano ancora autorizzati e nonostante la tratta 2.6a sia in ritardo, ben 5 portali su 8 a giorni inizieranno a spillar soldi agli utenti: una bella sorpresina per i turisti della Fiera del Tartufo».
Il futuro dell’autostrada
Il sodalizio aggiunge alcune previsioni: «Ma cosa succederà quando l’autostrada sarà finalmente completata (presumibilmente metà 2026)? Intanto occorre intenderci su che cosa si intenda per “autostrada completata”: per noi significa che oltre al lotto 2.6a saranno stati realizzati anche tutti i lavori della tratta della tangenziale di Alba. Non è detto che la pensi allo stesso modo il concessionario che potrebbe attivare i portali 7 e 8 (tra Verduno e Cherasco) non appena ci sarà una sola corsia della tangenziale agibile.
A parte questo dettaglio, che andrebbe chiarito, al termine dei lavori:
- saranno attivi i portali 7,8 e poi il 5 che è quello della tangenziale;
- la tangenziale di Alba rimarrà a transito libero per tutti coloro che si sposteranno in un’ottica esclusivamente territoriale, cioè uso locale: in concreto chi transita (ad esempio da Govone a Cherasco) pagherà tutta la percorrenza inclusa la tangenziale mentre oggi è gratuita. La tratta continuerà ad essere classificata come extraurbana secondaria, ma subirà una limitazione alla percorrenza per biciclette e ciclomotori;
- chi entrerà in tangenziale per andare all’ospedale (e viceversa) e quindi passa sotto il portale 6 (Alba Ovest), non paga tutti gli altri che vanno all’ospedale da altre direttrici, pagano».
L’appello ai sindaci del territorio
«Rivolgiamo quindi un caloroso appello ai Sindaci affinché fermino il pagamento con il sistema Free Flow fino al totale completamento dell’autostrada, inclusa la presa in carico da parte del concessionario della tangenziale di Alba.
Chiediamo inoltre a tutte le amministrazioni locali di pretendere che sia reso gratuito il tratto da Cherasco a Castagnito per tutti coloro che si muovono al l’interno della tratta in modo da ridurre veramente il traffico sulle SP 231 e la SP 7, che altrimenti continueranno ad essere sommerse dal traffico più o meno come avviene oggi.
Rivolgiamo infine un caloroso appello alla Sovrintendente arch. Lisa Accurti affinché verifichi la possibilità di imporre al concessionario la costruzione di una seconda galleria artificiale, oltre a quella della lunghezza di soli 40 m proposta dalla Società Asti-Cuneo in risposta ad una ben più impegnativa mitigazione richiesta dalla Sovrintendenza in fase di autorizzazione. Possibilità realistica tenuto conto che il conto della spesa delle opere realizzate dovrà subire alcune modifiche e che sarebbe quindi possibile riconoscere al concessionario l’extra onere delle opere».