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Domenica 15 settembre si ricorderà Guido Sacerdote, l’albese della Tv

Guido Sacerdote, un albese in Rai per Studio Uno e i grandi varietà

ALBA Tra gli scopi dell’associazione Giulio Parusso c’è il ricordo degli albesi che hanno lasciato un segno. La prossima data, domenica 15 settembre alle 21, sarà dedicata a Guido Sacerdote nel teatro Sociale (e, visto il clima, non nell’arena esternache gli è stata intitolata nel 2016).

Il titolo scelto, “Guido Sacerdote, dalla Langa a Cinecittà, dalla Bela trifolera alle gemelle Kessler”, riassume le tappe principali della vita iniziata ad Alba il 18 ottobre 1920 e terminata a Roma il 2 novembre 1988. La biografia di Sacerdote fu pubblicata ven- t’anni fa da Alessandro Fava, sociologo dell’Università di Torino e della Pontificia università salesiana, anch’egli di origine albese.

Il padre di Sacerdote era farmacista, il suo negozio oggi si chiama Internazionale, in corso Langhe. La mamma Clelia, anch’ella Sacerdote, gestiva la libreria in centro che sarebbe diventata delle sorelle Marchisio. La famiglia ebraica fu colpita dalle leggi razziali. Durante la guerra Guido trovò rifugio in una soffitta in via Maestra della famiglia Agnese e, in seguito, dai Bongiovanni a Mango.

Poi lavorò per alcuni anni nella farmacia paterna, ma intraprese presto quel cammino senza ritorno verso la Rai e la televisione degli albori. Forte della sua esperienza teatrale di animatore al Circolo sociale di Alba, conobbe Remigio Paone, impresario di rivista, il quale lo indicò a Sergio Pugliese, il primo direttore della Rai. Nacque presto un sodalizio artistico con il regista Antonello Falqui: insieme inventarono il varietà televisivo, con trasmissioni come Studio uno e Canzonissima.

Roberto Ponzio

Fu il primo scopritore di talenti e portò in Italia, reduce dalle frequenti visite a New York e Parigi, stelle internazionali, dalle gemelle Kessler, a Don Lurio, Lola Falana, Rocky Roberts e molti altri. Dagli anni Settanta produsse, e a volte condusse, il programma radiofonico Black out, ideato insieme a Luciano Salce ed Enrico Vaime, ancora oggi in onda nel fine settimana il sabato e la domenica alle 7.45 su Radio 2. Tra i talenti scoperti da Sacerdote figurano Piero Chiambretti, Fabio Fazio e Alessandro Cecchi Paone. Ad Alba tornava ogni tanto, con la moglie Olga, soprattutto per incontrare gli amici e fare una capatina alla Contea di Neive.

A ricordare Sacerdote nella serata albese ci saranno, oltre a Fava, Edoardo Borra, che parlerà dell’amicizia che legava Sacerdote a Fenoglio; Tonino Buccolo, testimone del- l’ambiente culturale albese nel Dopoguerra; Tino Cornaglia, presidente della Banca d’Alba, che ripercorrerà la storia della farmacia Internazionale; Corrado Marengo, già professore dell’istituto Einaudi. Roberto Ponzio, presidente della Giulio Parusso, avrà il ruolo di moderatore; Paolo Tibaldi curerà le letture, Giorgio e Matteo Gallo le proiezioni di video dalle Teche Rai.

Marengo animò il laboratorio teatrale dell’Einaudi, che nel 2005 scelse di ricordare Sacerdote: «Ispirati dal libro di Fava, pensammo all’albese che aveva portato il teatro in televisione. Per il testo avemmo un aiuto fondamentale da Maria Antonietta Panizza. Gli studenti interpretarono un Maurizio Costanzo show dedicato a Sacerdote». Marengo aveva conosciuto l’autore e produttore televisivo: «Era l’inizio degli anni Ottanta, facevo parte del Laboratorio universitario teatrale (Lut) e Raoul Molinari ci interpellò per una registrazione radiofonica di brani di Fenoglio. Nel teatro dell’istituto Ferrero, Sacerdote venne insieme alla troupe della Rai. Ricordo una persona molto cordiale, fece grandi complimenti a Dino Lavagna esortandolo a continuare».

«È solamente il primo dei personaggi di cui ci occuperemo, seguendo i ritratti che emergono nelle opere curate da Giulio Parusso come Palazzo e città», spiega l’avvocato Roberto Ponzio. «Nel corso della serata sarà proiettato il filmato del collegamento della Rai con Alba in occasione della Fiera del tartufo, nel quale fu coinvolto anche mio papà. Fu trasmesso nella puntata del 5 ottobre 1968 di Canzonissima condotta da Mina, che fu premiata con un tartufo insieme alla troupe». 

d.ba.

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