
BOSSOLASCO Il Liseiret, progenitore di un’ottantina di vitigni, tra cui Chardonnay e Gamay, è una varietà storica. Le denominazioni che il vitigno ha in Piemonte sono Preveiral, un generico Blancho (bianco) e Liseiret. Se ne è osservata la presenza anche in Valle d’Aosta, con il nome di Teilly, e nel Piacentino come Lisöra.
Ora il Liseiret è sotto osservazione da parte della Regione, grazie all’associazione costituita a Bossolasco il 7 febbraio 2024, per avviare l’iter burocratico per l’autorizzazione del vitigno.
Il presidente del gruppo è Matteo Fenoglio, il vice è Marco Magliano e il direttivo comprende Roberto Valletti, Stefano Barberis e Alessandro Pio. I soci sono: Elio Altare, Fabrizio Gallo, Sergio Germano, Dario Giamello, Cesare Grosso, Franco Grosso, Giorgio Marenda, Lorenzo Novelli, Enrico Rizzolo, Andrea Rizzolo, Paolo Sappa, Giovanna Burdese e Paolo Ruaro. Le finalità dell’associazione sono la promozione del vitigno attraverso la valorizzazione e lo sviluppo della produzione vitivinicola delle alte terre piemontesi e l’ottenimento dei riconoscimenti ufficiali di tutela.
L’idea è partita da Elio Altare, viticoltore di La Morra, che ha coinvolto il giovane produttore di spumante e nocciole Matteo Fenoglio. «Altare è venuto da me in cantina a Serravalle dicendo che voleva mettere insieme un gruppo di ragazzi che avessero voglia di vinificare e investire piantando le viti, così da lasciare ai giovani un’opportunità futura», racconta Fenoglio.
L’autorizzazione formale dovrebbe arrivare in tempo per la vendemmia 2025. L’obiettivo sarà poi quello di impiantare vigneti, arrivare con il vino in produzione e richiedere una nuova Doc.
I giovani che hanno dato vita all’associazione non si conoscevano tra loro, ma con la comune convinzione che si tratti di un’opportunità per le zone montane, si è creata una stretta collaborazione. La sfida è grande, perché si parte da zero investendo su un vitigno nuovo. Chiunque fosse incuriosito dal Liseiret può contattare l’associazione, partecipare alle riunioni o rivolgersi al numero 329-29.63.742.
C’è spazio per i sognatori, come si definisce Matteo Fenoglio: «Un sognatore nato e cresciuto in alta Langa». Classe 1986, fino a una decina di anni fa era un lavoratore dipendente. Poi si è licenziato ed è diventato produttore biologico di vini e nocciole a Serravalle Langhe.
Tra i soci c’era già chi aveva impiantato qualche vigna di Liseiret e ora ha messo a disposizione le uve per iniziare a provare le prime produzioni di vino bianco. Fenoglio ha vinificato la prima vigna, situata a Bossolasco, dopo una sperimentazione di alcuni anni, mantenendola biologica. Nonostante le piogge, dopo la metà di settembre l’uva è risultata matura con una grande acidità e un’ottima base per lo spumante.
Nel 2025 l’associazione ha in programma l’impianto di alcuni ettari di vigneti per incrementare la superficie vitata, a Bossolasco, Arguello, in alta Valle Bormida e nelle zone vicine all’alta Langa. Tecnicamente il vitigno ha bisogno di altitudine perché è particolarmente sensibile alla flavescenza, meno insidiosa a quote più alte. Quindi l’alta Langa è il territorio giusto.
Il vitigno era molto diffuso nel Medioevo nel Sud Piemonte. A quel tempo l’acqua era malsana e il Liseiret, con la bassa gradazione, risultava più sano. Il vino difficilmente arriva a 12 gradi, un altro punto a favore con le nuove normative, e può essere un’opportunità per quei terreni che sono rimasti fuori dalla Docg Alta Langa.
Anche l’associazione Albeisa ha contribuito a ottenere la documentazione necessaria per arrivare a ottenere l’autorizzazione.
Giorgia Barile
