
AGRICOLTURA Il municipio di Santo Stefano Belbo ha ospitato l’ultima assemblea del 2024 dell’Associazione dei Comuni del Moscato con la partecipazione del direttore del Consorzio dell’Asti, Giacomo Pondini, che ha aggiornato gli amministratori sui dati dell’ultima vendemmia e quelli di mercato. A fine anno la superficie di produzione dell’uva Moscato d’Asti Docg è di 9.940 ettari, non tutti produttivi, mentre il mercato ha accusato una lieve flessione, dovuta anche alla generale situazione geopolitica e al clima, che non offrono certezze per il futuro. I dati parlano di un +13% per il Moscato d’Asti (tappo raso) e un -8,45% per l’Asti (spumante). Pondini, guardando al futuro, ha ipotizzato una buona occasione di sviluppo per l’Asti Rosato, il cui disciplinare è fermo al ministero per le Politiche agricole.
Durante l’assemblea si è tornati a parlare di un eventuale ampliamento dell’area di produzione con il rientro del territorio della città di Asti: l’argomento è stato discusso, ma non deliberato perché, in verità, non è ancora arrivata una richiesta formale all’Associazione dei Comuni come organo consultivo e al Consorzio di tutela quale ente competente. Intanto, è stata completata la rappresentatività dei paesi della provincia di Asti all’interno del Consiglio direttivo dell’Associazione dei Comuni del Moscato: è stato approvato l’avvicendamento tra Coazzolo e Castel Rocchero che, nella rappresentanza astigiana, si aggiunge a Calosso, Cassinasco, Costigliole d’Asti e Loazzolo.
I NUMERI DELL’ASTI E DEL MOSCATO D’ASTI È positivo il bilancio della produzione di Asti spumante e Moscato d’Asti che, a fine 2024, ha superato il tetto de 90 milioni di bottiglie, mantenendo la linea con la performance dell’anno precedente. Lo rileva il Consorzio di tutela che ha elaborato i dati di produzione e vendita della Docg più importante al mondo nel segmento dei vini aromatici. A trainare il risultato è il Moscato d’Asti che chiude l’anno con un imbottigliato di oltre 33 milioni di bottiglie, in crescita in doppia cifra grazie in particolare alla domanda statunitense, a quella italiana e all’aumento dei consumi in Corea e Cina. In leggera flessione, con meno 0,8% dei volumi nei primi nove mesi del 2024, l’imbottigliato di Asti spumante: in grande ascesa le spedizioni verso l’Est europeo (Lettonia +5% e Russia +49%), in lieve calo gli Usa (-2%), mentre il Regno Unito cresce del 10%.

«Possiamo ritenerci soddisfatti», ha detto il presidente del Consorzio dell’Asti, Stefano Ricagno, «perché nonostante le incertezze dei mercati, questi risultati dimostrano che il trend di consumo è sempre più orientato verso prodotti alcolici a bassa gradazione sia in Italia, sia all’estero: Moscato d’Asti e Asti spumante sono in grado d’intercettare nuove tendenze come quella dei cocktail che riscontriamo ormai in ogni angolo del mondo». Il vitigno Moscato bianco è coltivato in 51 Comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo per un’estensione di quasi diecimila ettari. A oggi le aziende consorziate sono 1.013: 50 Case spumantistiche, 778 aziende agricole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Il 90% della produzione viene esportata.
