
VIOLENZA «Secondo i dati più recenti, il cyberbullismo (una forma di violenza attraverso strumenti digitali come social media, chat, e-mail o giochi on-line), colpisce una percentuale significativa di giovani: circa un adolescente su tre è vittima. Il problema si manifesta in forme diverse, spesso più subdole rispetto al bullismo tradizionale, ma con un impatto altrettanto devastante».
Così Fabiana Grasso, albese e professionista nel campo della comunicazione racconta il nuovo progetto di sensibilizzazione che verrà lanciato in occasione della Giornata mondiale contro il cyberbullismo di venerdì 7 febbraio.
L’idea dal titolo “Parole che feriscono” nasce dall’incontro tra l’istituto scolastico Alba International school e l’associazione Social warning, gruppo che lavora per creare consapevolezza sul tema del digitale: nel concreto, gli studenti delle classi prime e seconde medie hanno realizzato manifesti di sensibilizzazione sul tema della violenza utilizzando l’intelligenza artificiale.
«Il mio ruolo è stato quello di guidare i ragazzi in un percorso formativo sulle potenzialità delle nuove tecnologie», prosegue Grasso. «I lavori artistici realizzati trasmettono con forza il dolore causato da commenti offensivi e comportamenti aggressivi on-line. Le parole talvolta possono ferire e avere effetti devastanti. L’anonimato percepito dietro uno schermo amplifica i comportamenti aggressivi, rendendo gli attacchi più frequenti e difficili da identificare».
E conclude: «È fondamentale sensibilizzare ragazzi, genitori e insegnanti sull’importanza di un uso responsabile della tecnologia. La prevenzione passa attraverso l’educazione digitale: insegnare empatia, rispetto e consapevolezza nell’uso dei mezzi tecnologici può fare la differenza. Solo così possiamo sperare di arginare fenomeni violenti, anche nelle realtà locali, promuovendo un ambiente virtuale più sano».
I lavori saranno condivisi sui canali social della scuola e dell’associazione ed esposti lungo uno dei corridoi dell’Alba International school come monito per il rispetto reciproco. Lo stesso giorno, all’interno della scuola, si terrà un momento di riflessione sul tema con la pedagogista Licia Coppo.
Maria Delfino
Fabiana Grasso: l’Ia permette percorsi educativi personalizzati e inclusivi

Parliamo con Fabiana Grasso, formatrice, attivista ed esperta di comunicazione.
L’intelligenza artificiale: quali secondo lei i rischi di questo strumento, e quali le possibilità evolutive a esso correlate?
«L’intelligenza artificiale è una straordinaria opportunità per trasformare vari ambiti della vita, con un potenziale evolutivo senza precedenti. Nel campo della sostenibilità ambientale, gli algoritmi possono ottimizzare i consumi energetici, migliorare la gestione delle risorse naturali e favorire modelli di economia circolare, contribuendo in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico. Per l’educazione l’Ia permette anche di personalizzare i diversi percorsi di apprendimento, rendendo l’istruzione più accessibile e più inclusiva. Tuttavia, questa tecnologia non è priva di rischi. La perdita di posti di lavoro è una delle principali preoccupazioni a livello mondiale. Un altro pericolo rilevante riguarda la privacy e la sicurezza. L’Ia non è solo una sfida tecnologica, ma anche una vera responsabilità collettiva che richiede un equilibrio tra etica, innovazione e inclusione per costruire un futuro sostenibile per tutti».
Cos’è Social warning, l’associazione con cui ha creato il progetto “Parole che feriscono”?
«È un progetto del Movimento etico digitale creato per rendere più consapevoli ragazzi e genitori attraverso una rete capillare di formatori-volontari in tutta Italia. I formatori sono professionisti del digitale accomunati dall’entusiasmo per la loro attività e dalla convinzione che il digitale sia un’opportunità enorme offerta al cittadino. Come associazione hanno portato avanti la legge per istituire la Giornata della cittadinanza digitale (proposta che è appena stata approvata dal Senato), con l’obiettivo di fare promozione dell’alfabetizzazione e dell’educazione virtuale in tutta Italia, in particolare tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. Quindi sono davvero orgogliosa di aver potuto collaborare con loro».
Maria Delfino
