Il caso / L’associazione Ithaca: «La Maddalena può essere tutto, ma non un cortile desolato»

Sul cortile della Maddalena sono stati spese negli anni molte parole, ma continua a mancare un progetto organico.

MADDALENA la grande incompiuta d 4

ALBA I futuri infermieri sono tornati a studiare nella manica che guarda su via Vittorio Emanuele, il Mudet ha aperto le porte da oltre un anno e il bar al piano terra sembra essere apprezzato dai cittadini, così come la rinnovata sala Riolfo. Eppure, nell’insieme, il cortile della Maddalena continua a essere un grande punto interrogativo.

Seduti su una delle panchine sotto il portico o al dehors a fianco del museo, si respira una piacevole aria primaverile, ma il panorama è desolato: la Maddalena resta uno spiazzo sterrato e vuoto.

Chi accende di nuovo i riflettori sul tema è Giorgio Scagliola, dell’associazione culturale Ithaca, che negli anni ha anche organizzato incontri per parlarne. Le proposte non mancano per uno spazio che, per utilizzare le sue parole, «merita di essere tutto, tranne che un cortile».

Ci spieghi questa affermazione, Scagliola.

«Nel corso degli ultimi sessant’anni di storia albese, si è parlato tantissimo del chiostro della chiesa della Maddalena, ma non è stato trovato un modo per dare compimento a ciò che potrebbe rappresentare per Alba. I meno giovani ne ricordano l’utilizzo come ring per gli incontri di boxe, come campo da pallacanestro per l’Olimpo Basket, come proiezione esterna della palestra dell’allora Macrino. E, più di recente, come spazio dedicato al gioco dei bambini o sede di manifestazioni estive».

MADDALENA la grande incompiuta d 2

Ci sono stati progetti ambiziosi, non crede?

«A fine millennio, per esempio, si pensò anche di allestire una copertura mobile per creare uno spazio polivalente da adibire a manifestazioni, tra cui la Fiera del tartufo. Vennero consultati architetti persino in Inghilterra, ma non se ne fece nulla. Sono stati anche rinnovati spazi del complesso, a partire dalla sala Fenoglio, ma è sempre mancato un progetto organico di riqualificazione complessiva».

Che cosa intende?

«Partiamo dall’inizio. Al- l’interno del cortile troviamo una serie di realtà culturali o comunque destinate al settore. A essere sinceri, l’unico elemento che stona è la facoltà di infermieristica, che avrebbe potuto rimanere senza problemi al San Lazzaro. A parte questo discorso, credo che il primo passo dovrebbe essere quello di coinvolgere cittadini e associazioni per arrivare a un’idea condivisa, fermo restando che spetta all’Amministrazione l’ultima parola».

Giorgio Scagliola.

Alla luce della situazione, cosa propone, Scagliola?

«Ho sentito parlare della possibilità di dare un pavimento al cortile. Sarebbe sempre meglio capirne, prima, la destinazione. Vorrei anche ricordare che, in passato, Valerio Demaria suggerì di effettuare carotaggi al terreno, per scoprire che cosa si trova nel sottosuolo. Per quanto mi riguarda, penso a uno spazio verde, alberi e panchine. La Maddalena potrebbe diventare a pieno titolo una casa per le attività culturali che già vi gravitano, accogliendo reperti di Alba Pompeia, ospitando all’esterno i concerti dell’istituto musicale Rocca o gli eventi di sala Fenoglio. La realtà è che, per tre mesi di Fiera del tartufo, si sacrifica tutto questo».

E dove potrebbe essere collocato il Mercato del tartufo?

«Sarò molto sincero. Dobbiamo superare un equivoco che oltre mezzo secolo ha cristallizzato questa situazione: se il cortile verrà ripensato come un polo culturale, serve un investimento altrettanto importante per commercio, turismo e Fiera. Se si potesse coprire la ferrovia tra il ponte di corso Italia e quello di corso Einaudi, si creerebbe uno spazio definitivo per gli eventi, a pochi metri da piazza Ferrero e con 5mila metri quadrati utilizzabili, in bassa stagione, come parcheggio».

 Beppe Malò

Banner Gazzetta d'Alba