PENSIERO PER DOMENICA – SANTISSIMA TRINITÀ – 15 GIUGNO
La festa della Trinità segna la ripresa del Tempo ordinario. Grazie alle letture, ci possiamo immergere nel mistero di Dio che è amore e comunione: sono testi non facili, che spaziano nel tempo. Ci ricordano che nella storia della salvezza, Dio, per amore, si fa in tre, manifestandosi prima nella creazione del mondo, poi nella parola del Gesù storico, infine nello Spirito Santo, amore che si fa relazione e che dà speranza.

La prima manifestazione di Dio è il creato. Qui la presenza di Dio va contemplata e custodita. Quanto cantato in forma poetica nella prima lettura, per bocca della sapienza (Pr 8,22-31) è confermato dalla maggioranza degli scienziati, concordi nel dire che l’universo non può essere frutto del caso, ma è retto da un’intelligenza superiore. Bello quanto l’anonimo autore dei Proverbi mette sulla bocca della sapienza di Dio: «Quando fissava i cieli, io ero là». Efficace l’immagine: «Giocavo davanti a lui ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo». Non è un’immagine irriverente, ma tenerissima: Dio Padre gioca con gli uomini, come un papà con i figli, crea il mondo con la leggerezza e la serietà con cui un padre costruisce giocattoli per i figli.
In Gesù, Dio si manifesta come Parola. Questa Parola va studiata, capita e ascoltata. Nel bellissimo testo evangelico – un passaggio del discorso finale di Gesù (Gv 16,12-15) – appare la sua preoccupazione di non aver detto tutto: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso». Da qui il ruolo dello Spirito Santo, che «non parlerà da sé», ma «prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Gesù ha fatto di tutto per farsi capire, ma non lo hanno compreso. Forse nemmeno noi. Per questo dobbiamo sempre leggere e studiare il Nuovo testamento, pregando lo Spirito perché ci aiuti a tradurlo nella vita.
Lo Spirito, fonte di speranza. L’azione dello Spirito va sperimentata. La lettera di Paolo ai Romani è il testo più arduo, ma il più completo sullo Spirito Santo. Basta citare la conclusione del brano: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Lo Spirito è il vertice della rivelazione di Dio, che dopo essersi manifestato nel creato (qualcosa visibile!) e nella Parola (qualcosa ascoltabile), si «nasconde» nell’interiorità dell’uomo, per diventare principio di senso della vita, legame tra le persone e fonte di speranza. Questa presenza invisibile può essere sperimentata.
Lidia e Battista Galvagno
