
di Davide Barile
L’ANNIVERSARIO – Nel 2024 è stato festeggiato il decennale del riconoscimento a patrimonio dell’umanità Unesco e quest’anno, con la presidenza di Bruno Bertero, è stato avviato uno studio sull’impatto che il riconoscimento ha avuto sulle nostre colline. Secondo Bertero, che è pure il direttore dell’ente Turismo, «uno dei punti più significativi riguarda il dato economico positivo: nel decennio 2014-2024, si è registrato un ritorno di 2,37 euro sul territorio per ogni euro speso dai visitatori, per un impatto totale di 209 milioni».
Bertero, per quale motivo il 78 per cento di chi ha risposto al sondaggio ritiene che il valore del sito sia apprezzato più dai turisti che dai residenti?
«Esiste un divario di consapevolezza. Per esempio, se il 96 per cento degli intervistati dichiara di conoscere il sito Unesco, solo la metà ne identifica correttamente la geografia. La mancanza di conoscenza rende debole sia il senso identitario sia l’orgoglio civico. Per questo, riteniamo essenziale un ampio lavoro di ascolto da parte dei portatori di interesse della zona, funzionale alla stesura del Piano di gestione quinquennale. Quest’ultimo sarà terminato e presentato entro fine anno. Con l’Atl (agenzia turistica locale) abbiamo scelto di ascoltare e coinvolgere le diverse realtà della nostra area sul tema del turismo sostenibile. Preservando la cultura, le tradizioni e le popolazioni residenti si riuscirà a garantire una continuità di offerta culturale e di esperienza valida per i nostri futuri viaggiatori».
Impatti come l’aumento del prezzo degli immobili al metro quadrato possono avere ripercussioni negative su chi abita nell’area Unesco e cerca, per esempio, di acquistare la sua prima casa?
«Nelle Langhe, i prezzi di vendita delle abitazioni sono aumentati fino al 3 per cento tra il 2014 e il 2020, mentre nel Monferrato, a Canelli e nella zona dell’Asti spumante hanno registrato un calo del 27 per cento tra il 2012 e il 2023. In quest’ultimo caso il dato riflette le dinamiche regionali ma, grazie al riconoscimento Unesco, la perdita di valore è stata più tenue. I volumi delle transazioni, invece, durante il decennio sono cresciuti notevolmente sia nelle zone core sia nelle buffer. La lente dell’immobiliare ci permette di comprendere un fenomeno sociale complesso, fatto di aumento degli acquisti di seconde case, attività extralberghiere, locazioni turistiche e un calo della ricettività tradizionale. Tutto ciò comporta il rischio di spopolamento dei Comuni e l’invecchiamento della popolazione residente, con lo stravolgimento degli equilibri comunitari locali».

Senza il riconoscimento dell’Unesco, cosa sarebbe, oggi, l’ente Turismo che lei dirige?
«Solo in termini di visibilità mediatica, il riconoscimento Unesco ha generato un valore di 32 milioni in dieci anni, 116,3 volte superiore alla spesa in comunicazione e promozione. Ora il senso di responsabilità ci indica una nuova direzione in cui agire: creare un ambiente di vita gentile per i residenti, promuovere un turismo responsabile e aiutare i giovani a restare e ritornare sul territorio grazie a possibilità di lavoro serie».
Quali dovranno essere le strategie per far crescere la collaborazione tra Langhe, Roero e Monferrato?
«Ciascuna zona sta crescendo e maturando la propria identità distinta. Le Langhe stanno evolvendo: l’enogastronomia resta centrale, ma crescono altri motivi di viaggio. Il Monferrato si propone come modello di turismo autentico, con una forte vocazione culturale e artistica. Il Roero si identifica con natura, turismo lento e accoglienza familiare. In attesa dell’esito della candidatura del Roero a buffer zone, puntiamo su strategie integrate per le tre aree in modo da rafforzare la percezione di un’identità unitaria nella diversità».
Quale sarà lo scenario che lei immagina per i prossimi dieci anni?
«Data l’alta notorietà di Langhe Roero e Monferrato, è chiaro che il tema principale cui occorre prestare attenzione è la forte concentrazione di turisti in alcuni periodi dell’anno. Il nostro è un ambiente fragile, stiamo lavorando a un sistema di mobilità sostenibile e a nuovi modelli di fruizione, con servizi che generano risorse da reinvestire localmente. Stiamo sviluppando un sistema che consenta al turista di “compensare” il proprio impatto scegliendo comportamenti virtuosi o contribuendo economicamente a progetti mirati. Inoltre, con l’Università Cattolica di Milano stiamo valutando l’istituzione di un dottorato per formare community builder, figure che operino concretamente sul territorio per rafforzare identità e cultura locale».
Le iniziative
Le celebrazioni per l’undicesimo anniversario del riconoscimento a patrimonio dell’umanità dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato si terranno sabato 21 giugno al castello di Grinzane Cavour. Il momento centrale sarà il concerto della violinista Clarissa Bevilacqua, accompagnata dall’orchestra classica di Alessandria.
L’esibizione inizierà alle 21.30 e il repertorio includerà brani che hanno caratterizzato la produzione di musica colta degli ultimi tre secoli. L’iniziativa è un’anteprima della rassegna Suoni dalle colline di Langhe e Roero, organizzata dal- l’Alba music festival dal 4 luglio al 10 agosto.
La partecipazione è gratuita ed è possibile iscriversi compilando il modulo presente sul sito www.castellogrin zane.com.
Dal pomeriggio, sempre a Grinzane, i visitatori potranno scoprire e degustare, nel cortile e nelle pertinenze del castello, i prodotti agroalimentari legati al progetto “Filiera corta nel castello Unesco”, sostenuto dalla Regione e finanziato nell’ambito del programma di sviluppo rurale 2023-2027.
