VIAGGIATRICE Terre rosse, storie e volti d’Africa, il libro (uscito da pochi giorni, pubblicato da Prospero editore) nel quale la collaboratrice di Gazzetta Elisa Pira racconta le sue esperienze in Africa nel 2014, 2017 e 2019 è soprattutto un libro di persone. Come spiega l’autrice, «non è un libro turistico. I posti visitati in realtà sono lo sfondo. Nel libro si parla di persone, sono loro i protagonisti».
I lettori di Gazzetta in passato hanno già trovato su queste colonne i resoconti di Elisa sulle esperienze che, prima della pandemia, ogni anno la portavano in quello che per comodità chiamiamo genericamente Terzo mondo, partecipando a progetti di volontariato. Il suo spirito da viaggiatrice solitaria l’ha portata a contatto con realtà spesso difficili, lontane dalle rotte turistiche, ma vicino alle persone, abitando con loro e condividendone la quotidianità.
Come si legge nelle note di copertina, quella raccontata nel libro è «un’Africa vissuta in maniera personale, con una visione nuda e genuina della realtà, un’esperienza autentica, senza filtri né mediazioni». La giornalista di Monforte è stata in Senegal, Zambia, Zimbabwe, Botswana, Ruanda, Uganda e Tanzania.
«La ricchezza di quei Paesi è l’elemento umano. Ho cercato di evitare gli stereotipi che vengono associati all’Africa». I suoi viaggi l’hanno portata anche in America latina e in Oriente, ma Elisa ha scelto di raccontare il continente nero.
«Qualche volta sono gli alberi d’Africa a chiamare», cantava Ivano Fossati e l’Africa in qualche modo ha chiamato l’autrice. Alla domanda sul perché ha scelto questo continente per fissare in un libro il racconto dei suoi viaggi, Elisa risponde: «Forse perché le mie esperienze sono partite da lì. Il primo viaggio l’ho fatto in Senegal. Non so dire se l’Africa sia il posto più bello che ho visto, ma è quello più nelle mie corde. Con l’Africa ho un rapporto privilegiato. È dove mi sento più a casa».
Corrado Olocco