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L’augurio natalizio dell’arcivescovo Roberto Repole

La chiesa di Bra guarda al futuro, un incontro mercoledì 11 ottobre nella chiesa di Sant'Antonino

TORINO L’arcivescovo di Torino (diocesi che comprende anche Bra), Roberto Repole, in occasione dei tradizionali auguri di Natale, ha voluto ricordare che se per molti questa è una festa, non lo è per le persone più «fragili e povere, che, in questo periodo, sentono ancora di più l’esclusione sociale».

«Oggi la cultura dominante tende ad enfatizzare i diritti individuali a discapito di un richiamo a dimensioni e diritti sociali che sono ugualmente importanti», ha sottolineato Repole, ricordando che «viviamo anche contesti in cui c’è gente che perde il lavoro, di fabbriche che chiudono e sono persone, sono relazioni familiari, non numeri».

Leggi la lettera di Natale del vescovo di Alba, Marco Brunetti

«Sarebbe opportuno – ha aggiunto – recuperare il valore fondamentale del Natale del figlio di Dio che abbandona il mondo divino per donarsi agli uomini». Secondo l’arcivescovo «non basta lamentarsi, ma occorre soprattutto pensare e lavorare per costruire il futuro di Torino e della regione attraverso una visione prospettica delle questioni riguardanti il mondo del lavoro, coinvolgendo tutte le istituzioni».

Repole, su un suo incontro con i vertici di Stellantis dopo il suo appello di alcune settimane fa sul futuro a Torino dell’azienda, ha spiegato che «ci saranno delle possibilità, ma non è stato ancora fissato nulla».

Repole, infine ha annunciato due incontri su temi sociali e sul lavoro: uno, il 16 gennaio, con il sindaco Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e uno, il 20 gennaio, una mattinata di riflessione con i politici e con gli amministratori del Torinese sull’impegno per il bene comune.

Ansa

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