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Auguri natalizi del vescovo di Alba Marco Brunetti: «Gesù nasce tra chi crede e non si lascia rubare la speranza»

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ALBA «Dopo 800 anni il presepe mantiene la sua forza spirituale e religiosa, ancorata al mistero dell’incarnazione che ci spinge a realizzare quel messaggio di pace, di luce e di amore di cui abbiamo un infinito bisogno… A Betlemme, in Cisgiordania, quest’anno non vi saranno gli addobbi luminosi, ma Gesù sì, lui sarà in tutti coloro che gli credono e non si lasciano rubare la speranza, in tutti coloro che gridano “Maranathà – Vieni Signore Gesù”».

Così si esprime il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti nel fare gli auguri per le imminenti festività natalizie.

Nel richiamare l’importanza di un segno come quello del presepe, il vescovo Marco si chiede: «Quest’anno quali personaggi vediamo nel presepe?», per richiamare alla realtà che stiamo vivendo e al presepe «che non vorremmo vedere»: «il bambino Gesù lo vedo rappresentato dai bambini, anche neonati, uccisi da Hamas in Israele o da quelli morti sotto le bombe a Gaza o in Ucraina e chissà in quante altre parti del mondo, dove si perpetua la strage degli innocenti!».

Messaggio di Natale 2023 del vescovo Marco

È Natale!

È Natale non solo perché lo impone il calendario e il tempo di Avvento che lo precede, ma soprattutto per i tanti segni e richiami a questa festa popolare che troviamo dappertutto, nelle piazze, nelle chiese, nelle scuole, in carcere, nelle case…

Fra questi segni, il più eloquente è il presepe, nonostante qualche ben pensante vorrebbe cancellarlo o ridurlo a “paesaggio medio orientale”.

Il presepe quest’anno compie 800 anni, nato dal sogno di Francesco d’Assisi che lo allestì per la prima volta a Greccio nel 1223, di ritorno dalla Terra Santa. Un segno è tale se diventa eloquente, se dice qualcosa, se invia un messaggio, altrimenti non serve. Il presepe inoltre è fatto di personaggi, si parte dalla Santa Famiglia per includere tutto il popolo, soprattutto gli ultimi, gli emarginati, i poveri.

Quest’anno quali personaggi vediamo nel presepe, in un momento storico così difficile? Considerando quanto accade intorno a noi, nel nostro mondo, i personaggi potrebbero essere alcune figure fragili, le vittime di guerre e violenze.

Il bambino Gesù lo vedo rappresentato dai bambini, anche neonati, uccisi da Hamas in Israele o da quelli morti sotto le bombe a Gaza o in Ucraina e chissà in quante altre parti del mondo, dove si perpetua la strage degli innocenti!

Le donne: mogli, madri, figlie e sorelle, le immagino rappresentate dalle tante donne vittime di violenza maschile e non solo.

Gli uomini: immigrati, carcerati, malati e perseguitati…, li ritrovo negli sbarchi sulle nostre coste, nelle celle sovraffollate delle nostre carceri, nelle lunghe attese per esami clinici nelle nostre Asl, nelle case di accoglienza, nei dormitori e mense…

Forse è il presepe che non vorremmo vedere, molto diverso da quello fatto di muschio e cartapesta, accompagnato dal canto leggiadro e dal suono delle zampogne, con il sottofondo di una bella poesia natalizia, che spero si faccia in tutte le nostre case e chiese.

Dopo 800 anni il presepe mantiene la sua forza spirituale e religiosa, ancorata al mistero dell’incarnazione che ci spinge a realizzare quel messaggio di pace, di luce e di amore di cui abbiamo un infinito bisogno. Il vero presepe è fatto da Gesù, Maria e Giuseppe, dai pastori e dagli angeli, così lo contempleremo nelle letture della notte santa, invocando “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”.

A Betlemme, in Cisgiordania, quest’anno non vi saranno gli addobbi luminosi, ma Gesù sì, lui sarà in tutti coloro che gli credono e non si lasciano rubare la speranza, in tutti coloro che gridano “Maranathà – Vieni Signore Gesù”.

Anche ad Alba, dove invece gli addobbi ci sono, sarà Natale se riusciremo a essere solidali con quanti sono vittime nel mondo e in mezzo a noi.

Un modo possibile per un Natale solidale è aderire alla campagna Caritas della nostra diocesi che ci invita a un contributo per il Centro di accoglienza di via Pola, per l’emporio Madre Teresa di Calcutta e per i centri di ascolto sparsi sul nostro territorio.

Laurence Housman, scrittore inglese per bambini ‒ e Natale è la festa dei bambini ‒, ha scritto questa bella poesia: 

La pace guardò in basso e vide la guerra,
“Là voglio andare” disse la pace.
L’amore guardò in basso e vide l’odio,
“Là voglio andare” disse l’amore.
La luce guardò in basso e vide il buio,
“Là voglio andare” disse la luce.
Così apparve la luce e risplendette.
Così apparve la pace e offrì riposo.
Così apparve l’amore e portò vita.

Buon Natale di Pace  a tutti!

+ Marco, vescovo

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