Ultime notizie

Abitare il piemontese / La parola della settimana è Baquaro

Significa: goffo, babbeo, zotico, grossolano

Bozza automatica 410

ABITARE IL PIEMONTESE – La parola baquaro (o baquàss, secondo le varianti locali) appartiene al lessico piemontese più popolare, soprattutto delle aree rurali e collinari. È un termine dispregiativo o affettuoso, spesso usato per designare una persona un po’ sempliciotta, “poco sveglia”, talvolta rozza o dai modi grossolani. Come molti appellativi, il suo valore semantico dipende fortemente dal contesto e dall’intonazione: può suonare offensivo o, al contrario, esprimere una bonaria ironia comunitaria.

Sul piano etimologico, si può ipotizzare una derivazione dal latino tardo baccalarius, “servo di fattoria” o “giovane contadino”, da cui derivano anche l’italiano arcaico baccalaro e il francese bachelier. Un’altra ipotesi riconduce, invece, la parola alla radice onomatopeica bac– / bag–, frequente nei dialetti dell’Italia settentrionale, che esprime l’idea di goffaggine o impaccio. In entrambi i casi, il termine conserva un legame con il mondo contadino della fatica e della concretezza.

La memoria orale sembra più ricca dei repertori scritti: la parola vive soprattutto nella lingua parlata, dove il piemontese resta veicolo di identità e coesione. Le informazioni etimologiche su baquaro non provengono dunque da una singola fonte lessicografica, ma si tratta di deduzione linguistica plausibile, costruita per analogia con voci documentate e con le regole evolutive del piemontese stesso. Da un punto di vista socio-umanistico, baquaro rappresenta un frammento della cultura popolare piemontese, in cui il linguaggio diventa strumento di appartenenza. Nominare qualcuno baquaro significa collocarlo in una comunità che riconosce nell’ingenua semplicità un tratto umano e condiviso.

A onor del vero tocca riferire che sul vocabolario Ël Neuv Gribaud, a cura di Gianfranco Gribaudo, presso la voce baquaro, si legge il rimando a baquass riportante questa dicitura: appellativo degli abitanti di Benevello. Non ne sapevamo nulla, così come la maggior parte dei benevellesi di nostra conoscenza. Qualunque sia l’origine, comunque atavica, ci permettiamo di dissentire, almeno per quel che concerne il presente.

Paolo Tibaldi 

Banner Gazzetta d'Alba