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Con il decreto Salvini crescono gli irregolari

Con il decreto Salvini crescono gli irregolari

È sotto accusa l’idea di abolire il permesso di soggiorno odierno per motivi umanitari

IMMIGRAZIONE Approvato dal Consiglio dei ministri e approdato alla Commissione affari costituzionali del Senato, il decreto Salvini su sicurezza e immigrazione è al centro di una forte discussione non solo nelle aule parlamentari: presentato dal suo firmatario leghista come un passo in avanti «per rendere l’Italia più sicura, ridurre i costi di un’immigrazione esagerata ed espellere più velocemente i finti profughi», da molti è stato invece additato come una normativa anticostituzionale e dai risvolti disastrosi sul fronte dell’accoglienza degli stranieri, capace di far arretrare l’attuale sistema e di abolirne gli aspetti più virtuosi.

Numerose sono già state le manifestazioni di protesta in tutta Italia, come il corteo del 27 ottobre a Cuneo, e le prese di posizione da parte di diversi Comuni, come Torino e Bologna, che con un ordine del giorno hanno chiesto la sospensione dell’iter del decreto. Anche il garante dei detenuti di Alba, Alessandro Prandi, ha chiesto al Consiglio comunale di esprimersi in merito.

Con il decreto Salvini crescono gli irregolari

Ma che cosa prevede il capitolo della norma recante il nome del ministro dell’interno dedicato all’immigrazione? Tra i vari punti, viene abolito il permesso di soggiorno per motivi umanitari, concesso fino a oggi a chi proviene da Paesi al di fuori dell’Unione europea e che fugge da conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità. Al suo posto c’è un permesso solo per «casi speciali», quali «condizioni di salute di eccezionale gravità» o «lo stato di calamità del Paese in cui lo straniero dovrebbe fare ritorno».

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Secondo i dati del Viminale, lo scorso anno in Italia il permesso di soggiorno per motivi umanitari è stato concesso a 20.166 stranieri, pari al 25 per cento delle domande esaminate: il decreto Salvini rischia ora di trasformarli in una platea di nuovi irregolari presenti sul territorio italiano, 60mila in più entro il 2020 secondo l’Ispi (Istituto per la ricerca di politica internazionale).

f.p.

In Piemonte ci sono quaranta progetti: quasi 2mila posti per richiedenti asilo

In Piemonte sono 40 i progetti Sprar attivati, di cui 35 ordinari (ai quali fino a oggi hanno potuto accedere richiedenti asilo, titolari della protezione umanitaria, sussidiaria e internazionale e rifugiati), tre riservati ai minori non accompagnati e due agli stranieri affetti da un disagio mentale o diversamente abili. Sono 1.986 i posti. Nel Cuneese esistono due progetti: il primo del Consorzio servizi socio-assistenziali Monregalese, che può accogliere 154 persone; il secondo ha come ente titolare il Comune di Cuneo, per un totale di 265 posti. Di quest’ultimo – per uno stanziamento di 15,5 milioni di euro sul triennio 2018-2020 –fa parte una rete di 16 Comuni, tra cui Alba, con 28 posti. È questa una serie d’iniziative positive che rischia di subire un forte arretramento a causa del decreto Salvini: se i titolari di protezione umanitaria e i richiedenti asilo non potranno più accedervi, nel lungo periodo sarà possibile avere progetti avviati e posti vuoti. Un paradosso la cui diretta conseguenza sarà l’aumento di persone confinate nei Cas, i centri straordinari che avrebbero potuto essere ridotti in modo notevole o sparire, visto il superamento dell’emergenza sbarchi: da inizio di quest’anno al 30 ottobre, il Viminale registra 22mila stranieri sbarcati in Italia, l’80 per cento in meno rispetto al 2017 e l’86 per cento
in meno rispetto al 2016.

f.p.

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