Chiamparino: ho il Piemonte nel mio cuore

ELEZIONI REGIONALI Le interviste di Gazzetta d’Alba ai candidati alla carica di presidente della Regione Piemonte.

Il governatore uscente: «Posso oggi affermare di aver lavorato seriamente per fare il bene della nostra bella terra»

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CENTROSINISTRA Da politico navigato l’ex sindaco di Torino del Partito democratico, governatore del Piemonte dal 2014, promette di vendere cara la pelle, lottando fino all’ultimo voto e garantisce: «L’attenzione per Langhe e Roero è stata altissima negli ultimi cinque anni e continuerà a esserlo anche grazie ai futuri consiglieri del territorio come il sindaco di Alba Maurizio Marello».

Chiamparino, partiamo dalle note dolenti e dalle tante inaugurazioni mancate dell’ospedale di Verduno.

«In questi giorni sarà firmato l’atto di chiusura tecnica dei lavori. Magari si poteva fare di meglio, ma direi che non è male se pensiamo che nel 2014 abbiamo ereditato una Regione al collasso con la sanità e il rischio concreto di dover dire addio a Verduno. Adesso la sanità piemontese è punto di riferimento per il Ministero a livello nazionale. Siamo tornati ad assumere e Verduno è sostanzialmente concluso e in autunno sarà pronto ad accogliere albesi e braidesi».

Il sì al Tav la accomuna a Cirio, è così?

«Sul Tav so che Cirio è in buona fede: penso sia sinceramente interessato a ultimare l’opera. Ma l’azionista di maggioranza della sua coalizione è Matteo Salvini, cioè l’azionista di maggioranza del Governo che ha bloccato i lavori per il Tav per logiche di poltrone».

Asti-Cuneo e soluzione Conte-Toninelli: si è fatta un’idea più precisa?

«Ho cercato di non avere pregiudizi; ho detto che sarei stato dalla parte di qualsiasi Governo avesse ultimato l’Asti-Cuneo, ma più passano i giorni e più crescono gli interrogativi. La soluzione di Delrio era migliore; questa favorisce enormemente il concessionario e fa perdere almeno un anno rispetto al cross-financing che avrebbe permesso di ultimare sicuramente l’opera, senza costi per lo Stato».

Lei ha più volte affermato di preferire potenziare i trasporti su rotaia piuttosto che su strada, vero?

«Lo ribadisco, a partire dal Tav – che toglierà migliaia di camion dalle nostre strade – alle linee ferroviarie da riattivare, dalla Ceva-Ormea, alla Biella-Santhià, fino alla Alba-Asti, trovando una soluzione per superare la galleria Ghersi».

Se dovesse dare un voto ai suoi cinque anni come Governatore del Piemonte?

«Lascio siano gli altri a giudicare: penso di poter dire di aver lavorato seriamente e di aver fatto tutto quello che si poteva fare per il bene della regione. Spero che i piemontesi questo lo abbiano percepito e possano passare oltre gli slogan populisti di alcuni partiti per premiare la concretezza. Un provvedimento di cui vado molto fiero è il “buono nido”: dal prossimo anno scolastico le famiglie potranno contare su un contributo regionale, del valore compreso tra i 50 e 70 euro al mese, per sostenere le spese legate alle rette. L’obiettivo è incentivare la domanda di servizi per la prima infanzia e l’occupazione femminile, rafforzando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

Cirio sostiene che si potesse fare di più per quanto riguarda i fondi europei.

«Non c’è alcun pericolo, come sostiene lui, che l’Unione europea si riprenda risorse non utilizzate, perché il Piemonte ha superato da tempo il tetto di spesa sotto il quale si rischia di perdere fondi. Non dimentichiamo che siamo partiti con due anni di ritardo grazie alla precedente Giunta che ha lasciato la Regione quasi al commissariamento. Nonostante questo il Piemonte è secondo nel Centro-nord Italia per risorse già liquidate nel Psr, e sul Fse la nostra regione è prima nel Paese per spesa certificata. Molto buone sono anche le performance raggiunte con il Fesr».

È vero che per contare in Regione gli albesi devono votare Cirio?

«Alba mai è stata periferica negli ultimi cinque anni. Mi vengono in mente il contributo di 3 milioni per il museo del tartufo tra Alba e Montà, il sostegno a un grande evento come Collisioni, gli oltre 50 milioni stanziati per l’ospedale di Verduno o la realizzazione dell’elettrificazione della linea metropolitana Alba-Torino. Se gli albesi vogliono avere un albese che conta davvero in Regione è sufficiente votare Marello».

Perché i piemontesi dovrebbero rieleggerla, riportandola a palazzo Lascaris?

«Perché metto la mia credibilità e quella di tutta la mia squadra a disposizione. Mi auguro che il voto dei piemontesi non sia un voto di partito, ma un voto a chi ha veramente il Piemonte nel cuore; perché dal 27 maggio a governare non ci siano partiti, ma rappresentanti di questo territorio».

Marcello Pasquero

Elezioni regionali: le interviste ai candidati

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