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Le brevi storie di Miriam e Jacopo e la loro esperienza a scuola

Emerge una distanza del mondo scolastico dalla vita, dominata da logiche più competitive

ISTRUZIONE / 4 Le parole di Miriam sintetizzano la distanza del mondo scolastico dalla vita, dominata da logiche più competitive: «La scuola elementare mi ha aiutato a socializzare e mi ha dato gli strumenti per essere una persona creativa ed eticamente corretta. La media è stata un vuoto totale. La scuola superiore mi ha instillato l’idea della competizione, un senso di nullità da cui voler emergere: questo è stato utile per superare con successo il test di ingresso universitario. L’università mi ha poi dato accesso al mondo delle relazioni adulte, ma nel lavoro ho dovuto molto arrancare e chiedere aiuto ad amici e parenti». Testimonianza di chi fatica in un mondo costruito come un agone, in cui dominano spesso i predatori.

Anche Jacopo riporta la competizione in superficie: «La scuola mi ha aiutato moltissimo, con una borsa Erasmus che mi ha permesso di studiare all’estero e conoscere colleghi di tutto il mondo. La scuola, inoltre, mi ha insegnato a non tirarmi indietro di fronte a una difficoltà, e questa dedizione la applico, lavorando. Avrei preferito avere insegnanti che, oltre a pretendere rispetto, fossero stati aperti alle idee degli studenti, così come alle critiche, dal momento che oggi mi trovo a volte in difficoltà a interagire con i superiori».

v.g

Inchiesta: la scuola e i ragazzi

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