In Piemonte venti giovani su cento non studiano né lavorano

intervistiamo Luisa Donato (Ires) sulla situazione dei giovani piemontesi

Scuola, 52.000 posti disponibili per le assunzioni

SITUAZIONE GIOVANI Parliamo con la ricercatrice di Ires (Istituto per le ricerche economiche e sociali) del Piemonte Luisa Donato.

Quali sono i numeri del Piemonte sull’occupazione dei giovani con diploma?
«Nel 2018 l’indicatore del livello d’occupazione nell’Ue risulta pari all’81,6% per i 20-34enni, contro appena il 56,5% della media italiana. L’indicatore nazionale segnala un peggioramento negli ultimi dieci anni: tra il 2008 e il 2018 il tasso è diminuito di 9 punti.
In Piemonte, fino al 2008, il tasso d’occupazione dei giovani era in linea con i valori registrati a livello europeo e ben più alto di quello italiano. Negli anni successivi è invece calato costantemente, alla fine convergendo verso il livello italiano e distanziandosi dal valore medio europeo».

Nella nostra regione è rilevante il problema dei giovani che non studiano né lavorano (i Neet)?
«Il confronto con altre regioni italiane ed europee mette in evidenza come la quota di Neet piemontesi nella classe 25-34 anni sia cresciuta più che altrove. Siamo infatti passati da un 15% nel 2008 al 20% del 2018: l’area con i valori più elevati. Questo indicatore  è cresciuto sensibilmente a partire dal 2011. Com’è noto una quota consistente dei cosiddetti Neet è costituita da individui che sono in realtà in cerca di lavoro e, tra le donne, da persone che non lavorano per accudire la famiglia: si tratta di due possibili target evidenti tra i giovani verso cui orientare azioni mirate di politica occupazionale anche regionale».

v.g.

Inchiesta: la scuola e i ragazzi

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