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Si studia per 23 anni, arrivando a un primo stipendio da meno di 1.500 euro

Si studia per 23 anni, arrivando a un primo stipendio da meno di 1.500 euro

IL PUNTO/1  Qual è il destino occupazionale dei laureati in provincia di Cuneo? Spiega Daniela Musto, ricercatrice di Ires: «Se si selezionano i dati sulla condizione lavorativa dei laureati residenti in provincia, intervistati dopo un anno dalla laurea, emerge che il 70% dei laureati magistrali lavora, il 14% circa è alla ricerca di occupazione mentre il 15% non cerca lavoro, perché è impegnato in altra formazione post-laurea».

Le criticità emergono dopo tre anni dal conseguimento della laurea: sebbene lavori il 78% dei giovani, resta ancora in bilico il 22%. Significa che un giovane su cinque si trova in una situazione di difficoltà. In Piemonte questi numeri si aggravano un po’: lavora il 76% delle persone a tre anni dalla laurea, mentre il 23% circa è ancora alla ricerca di un lavoro o esita in una situazione di immobilismo.

Parlando del Piemonte, le vere debolezze relative al destino degli studenti universitari emergono sul fronte delle facoltà umanistiche. La situazione più critica riguarda i gruppi geobiologico e psicologico, i quali mostrano le percentuali più alte di laureati alla ricerca di un lavoro (29%). Tra questi, risulta elevata la quota di quanti non cercano nemmeno un’occupazione: il 35% nel primo gruppo e il 29 in quello psicologico.

Spiega la ricercatrice: «Accade spesso, infatti, che i laureati di questi percorsi decidano di proseguire la formazione, partecipando ad attività post-laurea molte volte non retribuite, nella speranza di aumentare le loro chance. Tra i laureati del gruppo psicologico, in particolare, rispetto allo scorso anno c’è stato un vero e proprio travaso di studenti dagli occupati ai laureati in formazione, mentre è costante la percentuale dei laureati in cerca di lavoro».

Insomma: la realtà sembra non offrire terreno su cui crescere: dopo anni di investimento in formazione, i giovani sono costretti a cicli di studio quasi infiniti e molto dispendiosi. Dal punto di vista emotivo, questa congiuntura genera frustrazione, disillusione e la chiara sensazione di tradimento. Una fatica ripetuta anche sul fronte delle tipologie contrattuali: il 24,8% dei laureati magistrali biennali in Piemonte è assunto con contratti non standard a tre anni dalla laurea.

La percentuale rimane al 19,5 a cinque anni dal fatidico traguardo. Infine la retribuzione: il dato più recente, che si riferisce ai laureati nel 2015 intervistati nel 2018, mostra come i magistrali biennali (di fatto, il percorso di studi più lungo: 23 anni sui libri, a partire dalla prima elementare) arrivino a guadagnare 1.477 euro, e i corsisti a ciclo unico 1.423 euro. Cifre oggi non sufficienti a garantire uno stile di vita soddisfacente sia dal punto di vista materiale che emotivo.

m.v.

INCHIESTA: NEL MONDO DEI GIOVANI

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