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Pan: Piano d’azione italiano per la biodiversità e le sue linee guida

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LO STUDIO Le linee guida del Pan (il Piano d’azione nazionale per la biodiversità) pongono una serie d’indicazioni per la limitazione, l’eliminazione o la sostituzione di prodotti fitosanitari che possono avere impatti negativi sulle specie e gli habitat tutelati, identificando l’agricoltura biologica come il metodo più compatibile con la conservazione delle specie. Nonostante ciò, questi indirizzi sono scarsamente applicati sul territorio nazionale dalle Regioni e dagli enti di gestione delle aree protette. Le misure finora adottate sono state generiche, mirate essenzialmente all’incentivazione dell’agricoltura biologica, quindi non realmente conformi nello spirito a quanto previsto dal Pan e dalle linee guida per la sua applicazione.

Spiega il tecnico di Arpa Piemonte Enrico Rivella: «Considerando gli ultimi anni, dal 2015, la situazione si è ancora aggravata: l’ultimo rapporto (2020) della Commissione europea sullo stato della natura nei Paesi dell’Unione evidenzia un peggioramento generale della conservazione di specie e habitat naturali. Le pressioni segnalate con maggiore frequenza derivano proprio dai sistemi agricoli intensivi, che hanno sostituito nel corso degli ultimi 50 anni le pratiche dell’agricoltura estensiva. Molti studi a livello internazionale hanno messo in evidenza che i prodotti fitosanitari costituiscono un fattore limitante per molte specie vegetali, provocando effetti tossici sia a breve (acuti) che a lungo termine (cronici), letali o subletali. Questi preparati possono anche indurre cambiamenti del comportamento, del metabolismo, dello sviluppo delle specie, alterando l’ambiente o la catena alimentare degli organismi non direttamente bersaglio dei prodotti fitosanitari, con impatti maggiori su ecosistemi acquatici e impollinatori, da cui dipendono più dell’80% delle colture agricole, per un valore economico pari a 1,5 miliardi nella sola Italia. In effetti, i dati rilevati dal 2015 al 2019 evidenziano un aumento dei casi di moria di api nel tempo, con cause attribuite ad avvelenamento da preparati fitosanitari».

Le Amministrazioni, la comunità scientifica e buona parte dell’opinione pubblica sono sempre più consapevoli della necessità di affrontare in modo ambizioso ed efficace la questione della perdita di biodiversità che, insieme ai cambiamenti climatici, rappresenta una delle sfide ambientali più importanti a livello globale.

Aggiunge infatti Simona Bonelli, docente dell’Università degli studi di Torino: «La nuova strategia dell’Unione europea sulla biodiversità al 2030 e altre azioni del Governo prevedono la riduzione dell’uso complessivo del 50% di pesticidi chimici e dei rischi a essi connessi entro il 2030, la destinazione del 10% della superficie agricola a elementi caratteristici del paesaggio con elevata biodiversità (fasce tampone, siepi, filari, terrazzamenti, stagni eccetera) e che almeno il 25% delle aree agricole dell’Ue sia coltivato con il metodo biologico».

Lo studio di Ispra e Arpa ha spiegato che i bioindicatori utili a comprendere lo stato di salute si trovano Pan: Piano d’azione italiano per la biodiversità e le sue linee guidanella pedofauna (cioè i microinvertebrati che popolano il suolo esplorato dalle radici delle piante), nella flora erbacea e in quella d’interesse per gli impollinatori, nei lepidotteri diurni (farfalle), negli apoidei (non solo l’ape domestica ma anche i selvatici) e nei chirotteri (pipistrelli). Lo studio ha inoltre consentito la sperimentazione di nuove pratiche per evitare l’utilizzo massivo dei prodotti fitosanitari, anche condividendole con le aziende vitivinicole che hanno partecipato al progetto e con quelle che hanno preso parte a diversi incontri. È ora intenzione del Ministero e dell’Ispra avviare ulteriori approfondimenti in tutto il Piemonte per far conoscere a fondo l’indagine ai diversi produttori.

I vigneti delle Langhe e del Roero presentano comunità molto ricche e stabili, sia per quanto riguarda la flora che la fauna. Ma questa condizione è garantita soltanto se viene mantenuta una copertura erbacea permanente negli interfilari. Serve, inoltre, la costante presenza nel contesto paesaggistico circostante di ambienti forestali, arbustivi ed erbacei.

Pan: Piano d’azione italiano per la biodiversità e le sue linee guida 1Spiega ancora il tecnico di Arpa Piemonte Enrico Rivella: «Nei casi di gestione a bassa pressione meccanica e fitosanitaria, i vigneti possono evolvere anche in rifugio per specie e habitat naturali, diventando un prezioso serbatoio per varietà di piante erbacee e di farfalle, tra cui l’orchidea maculinea arion. Lo studio condotto da Arpa e Ispra ha evidenziato l’effetto del compattamento dei suoli dovuti ai diversi passaggi meccanici nei vigneti, che può inibirne la fertilità. Una maggiore porosità dei terreni comporta una maggior ricchezza di organismi che contribuiscono alla degradazione della materia organica, a sostenere la fertilità dei suoli e, in definitiva, la produttività delle colture».

Nei vigneti indagati il numero complessivo dei prodotti chimici utilizzati è risultato molto elevato. Nel periodo di studio, nelle 13 aziende sono stati utilizzati 95 prodotti, 71 dei quali fungicidi, 13 insetticidi per contrastare la cicalina della flavescenza dorata (Scaphoideus titanus) e 4 erbicidi per bloccare lo sviluppo sottofilare delle piante erbacee. 69 prodotti sono pericolosi per l’ambiente, 54 sono tossici per gli organismi acquatici di cui 34 con effetti di lunga durata, 19 contengono sostanze attive da iscrivere nell’elenco di quelle candidate alla sostituzione.

m.v.

INCHIESTA: ambiente e biodiversità

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