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Oliviero Toscani e il suo sogno: abolire la televisione

BAROLO Occhiali con montatura rossa e un sorriso cinico e arguto: questo è Oliviero Toscani nella piazza blu di Collisioni. Il fotografo e pubblicitario – tra le numerose collaborazioni quella con Benetton, dal 1982 al 2000 – nel suo libro Un sogno: abolire la televisione si pone molte domande e al limite della polemica sull’uso della televisione nella quotidianità.

oliviero_toscani_collisioni2013Quale posto ha la tv nella vita di tutti i giorni per lei?
«Semplicemente nessuno. La vita è un grande libro e la televisione acceca le persone perché decide, moralizza, sceglie e guarda il mondo per noi senza che possiamo o vogliamo farci nulla, magari intervenendo per spegnerla».

E la politica senza tv come sarebbe?
«Sarebbe politica vera perché i politici andrebbero in Parlamento dove ora, pare, non ci sia più nessuno. O mi sbaglio?».

Lei però è andato in tv, come mai?
«Dico solamente una frase: la tv è come la cacca, bisogna farla ma non guardarla».

Siamo in un momento di transizione, ha consigli?
«Francamente no. Ho 71 anni e so di vivere costantemente in momenti “di transizione”. Ogni giorno è diverso dall’altro, ogni giorno ha il suo giornale, la sua musica, le sue persone. Irripetibili e uniche. Mentre la tv ferma tutto ciò, cristallizza qualsiasi cosa creando notevoli danni».

Lei è un grande fotografo: come sta cambiando la fotografia?
«Facciamo un passo indietro. La fotografia è migliorata qualitativamente per tutti. Ormai chiunque si considera un fotografo grazie alla digitalizzazione, ma non dimentichiamoci di una cosa: non è detto che se la quantità è aumentata la qualità sia migliorata. Scrivere e fotografare usano tecnologie simili e semplici, facili da utilizzare. Ma poniamoci la domanda di chi è veramente un autore fotografico. Io in questa sala vedo solo me stesso perché in fondo si è artisti solo se si usa la creatività. E oggi se non si ha un computer che cosa si sa fare? Per questo voglio lanciare un appello ai giovani: ricordatevi che il pc e le tecnologie non hanno capacità di immaginazione, qualità fondamentale per poter iniziare a essere un artista. Quindi, se oggi il sapere è legato alla tecnologia, figlia della televisione, staccatevi da essa e siate liberi».

Ma c’è un modo di utilizzare la televisione senza farsi utilizzare?
«C’è e bisogna prenderne atto. Se io la accendo devo seguire le sue regole perché ne sono succube. La tv ci invade perché ci condiziona individualmente, giorno e notte, dominando le menti e interferendo con il libero pensiero. Ha il potere di manipolarci ma solo se glielo permettiamo: possiamo sempre spegnerla e vivere per davvero».

E se la tv magicamente non ci fosse? Saremmo in grado di riempirne il grande vuoto?
«Ovviamente. Non è difficile: basta saper pensare con la propria testa».

Cinzia Grande

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