Le Langhe senza “brufoli”

Venerdì scorso, al Museo del vino, Regione e Unione dei Comuni hanno firmato il protocollo d’intesa che dà inizio al progetto di riqualificazione del territorio. Erano presenti i sindaci dei Comuni dell’Unione, il vicepresidente della Regione Ugo Cavallera, l’assessore Alberto Cirio e i consiglieri Osvaldo Ferrero e Giovanni Negro. Il progetto, che si rivolge al territorio delle Langhe del Barolo per salvaguardarne l’unicità e riqualificarlo, è affidato all’architetto tedesco Andreas Kipar, esperto di architettura del paesaggio, coadiuvato dallo studio “Boglietti associati” e da Ideazione.

Andreas KiparIl presidente dell’Unione Franco Sampò ha dichiarato: «Si apre una nuova pagina nella valorizzazione del nostro territorio, con un progetto che abbiamo preso al volo perché amiamo il nostro paesaggio, ma siamo consapevoli della presenza di brutture da mitigare».

Sfregi al territorio, in Langa, ci sono e si vedono. Ne fa una macabra panoramica lo studio “Boglietti”, con un filmato che mostra visuali deturpate da capannoni, fabbricati o antiestetiche infrastrutture. Il problema tocca tutti i Comuni dell’Unione ed è su queste “falle” che il progetto andrà ad agire, anche nell’ottica della candidatura Unesco, che si spera non sia messa a rischio da questi nei.

La Regione è capofila nell’attenzione per il paesaggio, ha spiegato Cavallera. «Il progetto è una sfida che mira a coniugare lo sviluppo economico (artefice delle brutture) e la tutela del paesaggio. Vuole essere anzitutto concreto e cantierabile, non l’ennesimo studio da dimenticare nel cassetto », ha aggiunto Daniele Manzone di Ideazione. «Il paesaggio è lo specchio del nostro agire sul territorio, pertanto è importante coniugarne la tutela allo sviluppo: per farlo, occorre dotarsi di un format», ha sottolineato l’architetto Kipar, aggiungendo: «Le Langhe sono come un bel viso, con qualche brufolo: è su quelle imperfezioni le quali rischiano di deturparlo, che andremo ad agire». Per Kipar, le criticità «derivano da indifferenze e banalizzazioni del passato che non devono più verificarsi. Ogni opera deve contribuire a dare un valore aggiunto al territorio. Spesso ciò non comporta costi maggiori, se non in termini di creatività; a volte basterebbe un uso sapiente del colore, per “mascherare” un capannone».Ugo Cavallera

Cirio, pur sostenendo il progetto, ha spezzato una lancia a favore del territorio e di quei capannoni e fabbricati che oggisono sì un «pugno in un occhio », ma in passato servirono a risollevare l’economia delle Langhe. «Oggi la nostra economia funziona anche perché qualcuno lasciò costruire qualche capannone, permettendo all’industria di prosperare: dobbiamo tutelare il paesaggio, ma senza dimenticare che fu lo sviluppo economico a far sì che non si abbandonassero queste colline».

E se Kipar propone ai sindaci di bocciare coloro che si presentano in Comune con in mano un solo progetto di costruzione, pretendendone «almeno tre per poter scegliere il migliore», Cirio riporta tutti coi piedi per terra: «Tante volte per il piccolo imprenditore è già insostenibile il costo di un solo progetto; come fa a richiederne molti?».

La prima fase del progetto consisterà in una sintesi delle precondizioni ambientali e paesaggistiche. Seguiranno interventi concreti di minimizzazione dell’impatto (“camuffamento” o interramento) di strutture che presentino criticità.

 

e.p.

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