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Apro: vertici da cambiare

Le bocche sono cucite, molto cucite, anche se le notizie bene o male filtrano. Impossibile non parlare della scuola di formazione professionale di strada Castelgherlone in questi giorni. Non solo per le vicende che vedono in Tribunale alcuni ex e attuali rappresentanti di Apro, ma per i cambiamenti ai vertici di cui si vocifera.

Pare che maggio porterà la convocazione di un’assemblea dei soci di Apro formazione, chiamata a decidere l’azzeramento del Consiglio di amministrazione. L’ipotesi a cui lavorerebbero piazza Duomo e i partners privati – con Confindustria e Associazione commercianti albesi in primo piano – punterebbe pure a unificare le cariche di presidente e amministratore delegato, oggi in capo a Carla Stella e Fulvio Mazzocchi.

Si vorrebbe dare una forma più efficace e forse pure meno costosa a una dirigenza chiamata a portare avanti le sorti di una scuola nella quale lavorano un centinaio di addetti, preparando ogni anno un migliaio di ragazzi e fornendo aggiornamento professionale a circa 700 adulti.

La recente sostituzione del direttore Franco Burdese – rimasto solo sei mesi in strada Castelgherlone – con Antonio Bosio parrebbe aver portato aria nuova, ma evidentemente non basta. Sembra che da febbraio a oggi il “rosso” di bilancio di Apro – monitorato con attenzione dai revisori dei conti, dopo le perdite segnalate a gennaio e le remore sull’investimento al castello di Barolo – si sia incrementato di circa 100 mila euro, creando nuove preoccupazioni.

Come Gazzetta ha riferito a gennaio, il bilancio 2010 di Apro formazione ha registrato una perdita di 213.691 euro. In quel frangente all’insoddisfazione del personale, preoccupato per il futuro, si aggiunse la presa di posizione di piazza Duomo e dei soci privati.

Il sindaco Maurizio Marello parlò chiaro: «Questo bilancio si colloca a cavallo tra presente e passato e viene dopo un “terremoto” iniziato quattro anni fa, quando la scuola rischiò il tracollo. Un’indagine della Magistratura coinvolge Apro formazione e Apro servizi e, dopo la brutta vicenda legata all’ex direttore Gianluigi Bersighelli, l’istituto è rimasto sei mesi senza un dirigente. Sui 213 mila euro di “rosso” pesa un investimento da oltre 600 mila euro deciso in passato su Barolo. Non nascondo la preoccupazione rispetto ai costi sostenuti e a quelli che sono ipotizzabili per la sede del settore alberghiero nel castello. Forse, a suo tempo, non si approfondì a sufficienza la scelta e oggi ritengo sia opportuno fermarsi a valutare. Occorre capire se l’investimento si giustifichi alla luce della missione di Apro, cioè fare formazione a favore dei giovani e delle imprese, il perno dell’interesse della scuola. Se si valuterà che il progetto gestionale non sia economicamente sostenibile e non abbia attinenza con il compito, Apro potrebbe considerare di lasciare Barolo ad altri soggetti, recuperando l’investimento ».

Che qualche cambiamento fosse in ipotesi a livello di vertici lo fece intendere il seguito del ragionamento del Sindaco (il quale, oggi, preferisce il “no comment”, pur evidenziando che la scuola sta funzionando): «Nonostante gli attuali “chiari di luna” mantengo una ragionevole fiducia sulla possibilità che Apro possa continuare a fare formazione. Ma è indubbio che si debba puntare a una semplificazione dei vertici: un presidente, un amministratore delegato e un direttore mi paiono davvero troppi».

I bene informati hanno pronto anche il nome dell’“uomo nuovo”, chiamato a gestire le sorti di Apro formazione e a cercare di trasformarne i destini. Si tratterebbe dell’assessore Olindo Cervella, appena nominato da Marello delegato alla formazione professionale, imprenditore, coinvolto con successo in passato da Enzo Demaria in un altro salvataggio celebre, quello della casa di riposo Ottolenghi. Si vedrà. Anche perché pure ad Apro servizi – Consiglio di amministrazione presieduto da Piercarlo Rovera, dimissionario – si preparerebbero scenari alternativi. La società, interamente posseduta da Apro formazione, è alle prese con i conti – manco a dirlo in perdita – ma avrebbe fatto slittare la discussione sul bilancio a fine maggio-inizio giugno, cioè dopo la definizione degli assetti di Apro formazione.

In questo caso il nome che circola è quello di Ted Pascale, già rappresentante dell’Unione industriale in Apro.

Maria Grazia Olivero

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