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Alba verso il 2020

Venerdì 16 settembre, alle 21, nella sala “Fenoglio”, si parlerà di Piano regolatore.

A pochi giorni dalla pubblicazione del documento che dovrebbe cambiare il volto della città, il centro studi “Pierino Belli” ha organizzato una serata di dibattito e confronto. Il Piano è un atto complesso per la quantità delle previsioni e dei documenti. Per questo vi è il rischio che il suo esame sia riservato soprattutto ai tecnici. Il centro studi “Pierino Belli” vuole cogliere questa occasione per consentire una riflessione sul ruolo strategico che il documento ha per lo sviluppo di Alba e per promuovere informazione e confronto.

Il parterre di ospiti della serata – dal titolo La città verso il 2020 – è particolarmente qualificato. Ci sarà Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino, il quale parlerà della Funzione del Piano regolatore nello sviluppo di una città; Antonello Angeleri, presidente della Commissione urbanistica del Consiglio regionale, relazionerà su La nuova legge urbanistica della Regione Piemonte.

La serata entrerà nello specifico del Prg grazie agli interventi del sindaco Maurizio Marello e dell’ex sindaco Giuseppe Rossetto, che “Gazzetta” intervista in queste pagine. Il dibattito sarà introdotto da Massimo Corrado, presidente del Centro studi, e moderato dall’ex assessore Alessandro Pelisseri. Il Piano porta la firma del sindaco Marello, ma è il frutto del lavoro svolto da Giuseppe Rossetto. A Rossetto abbiamo lasciato alcune considerazioni sul lavoro svolto dal collega Marello. Al sindaco Marello abbiamo invece chiesto qualche cosa sul futuro della città.

Marello: «Un progetto per crescere bene»

In che cosa questo Piano regolatore è diverso da quello che era stato predisposto dalla Giunta di centro- destra, Marello?

«Ricordo anzitutto che il Piano da noi approvato in via preliminare si basa sui lavori preparatori svolti dall’Amministrazione che ci ha preceduti; sarebbe stato sciocco buttar via un impegno utile. Noi abbiamo ridimensionato prospettive di crescita francamente esagerate, che portavano a un consumo di territorio irragionevole; abbiamo prestato particolare attenzione al verde e ai servizi; abbiamo previsto la riqualificazione di aree importanti come quella in via Vivaro (ex Egea) e in Vaccheria (aree industriali Miroglio); abbiamo poi messo molta cura nel definire un completo progetto di viabilità che porti a liberare la città da tutto il traffico di passaggio; siamo stati molto attenti a riservare ampi spazi per quella edilizia che possa incontrare la domanda proveniente dalle fasce, che sono purtroppo in crescita, di cittadini meno abbienti. Insomma, credo che il merito della nostra Amministrazione sia stato di avere finalmente approvato, dopo otto anni dall’avvio dell’iter, il progetto preliminare del Piano, che ritengo essere uno strumento urbanistico capace di guardare a uno sviluppo intelligente e ordinato della città».

Il Piano regolatore è, fra le altre cose, strumento di crescita. Il nuovo Piano si intreccia però con una pesante crisi economica e anche le realtà imprenditoriali più consolidate stanno cedendo il passo. Come immagina la città nel 2020?

«Per iniziare, la immagino uscita del tutto e senza troppi danni da questa crisi che si sta facendo endemica e che molti guasti porta anche nel nostro tessuto produttivo e sociale. La vorrei quindi capace di produrre ricchezza e anche lavoro di qualità ancora migliore. Ma soprattutto la immagino sempre più impegnata a costruire le condizioni del vivere bene insieme e a offrire ai bambini un ambiente piacevole e favorevole alla loro crescita».

Nel giro di una quindicina d’anni – probabilmente – Alba avrà il suo casello autostradale, le sue tangenziali e una viabilità migliore. Forse, insomma, uscirà dal suo storico isolamento?

«Il complesso dell’isolamento, per fortuna, l’abbiamo da tempo superato. Lo dimostra il successo di tante imprese albesi, la loro capacità di attrarre da noi braccia e, più ancora, cervelli e di esportare prodotti e idee. E lo dimostra il crescente flusso turistico. Certo, mancano ancora in buona parte quelle infrastrutture che lei cita. Ma abbiamo fondate speranze di vederle presto in realizzazione. Il pericolo da evitare, piuttosto, mi pare quello di volersi costruire un isolamento al contrario, credendo di essere per natura migliori degli altri e di non aver bisogno di altri».

Inutile dire che la scelta di posizionare il nuovo ospedale a metà strada tra Alba e Bra è e sarà difficile da digerire per gli albesi. Proviamoa giocare a risiko e a pensare che questo sia il primo passo verso una città unica Alba-Bra. Lei che dice?

«La scelta, in particolare del sito, non è piaciuta a tutti. E forse ancor più a Bra che ad Alba. Ma la previsione dell’unificazione ospedaliera è una via virtuosa. È sicuramente un primo passo verso un’autonomia del territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero che ha una sua identità precisa e deve mantenere, anzi, migliorare il proprio livello dei servizi e la capacità di fare sistema tra Comuni grandi e piccoli. Ciò anche nella prospettiva di una eventuale abolizione del livello provinciale. Mi pare invece fuori da ogni logica pensare a una futura unificazione dei municipi».

 

a.c.

Maurizio Marello e Giuseppe Rossetto: sindaci e opinioni a confronto sul PRG

Maurizio Marello e Giuseppe Rossetto: sindaci e opinioni a confronto sul PRG (foto Marcato)

Rossetto: «Hanno tagliato il mio Piano»

«È il mio Piano, ma ridotto». È questa la sintesi dell’ex sindaco di Alba Giuseppe Rossetto sul Piano regolatore generale (Prg) approvato dalla Giunta di centro- sinistra e ora aperto alle osservazioni della cittadinanza (Gazzetta ne ha parlato a lungo prima dell’estate).

«Si tratta della realizzazione tecnica, più volte emendata, di quanto previsto nella delibera programmatica del 2004 approvata dalla mia Giunta. Ciò aumenta in me l’amarezza di non aver approvato quel Piano già nel 2009, quando tutto era pronto. Un grosso pezzo dell’allora maggioranza però non volle».

Giuseppe Rossetto, già nelle scorse settimane, non ha mancato di dire la sua sul Piano regolatore del collega Maurizio Marello. L’argomento gli stava a cuore come sindaco e gli sta a cuore ancora oggi, da vicepresidente della Provincia. C’è dunque attesa per quanto dirà Rossetto venerdì, in occasione del convegno promosso dal centro studi Pierino Belli.

Il giudizio complessivo sul Piano regolatore di Marello, così simile al suo («almeno per il 75%», ha detto), non può che essere positivo. Certo, esistono differenze. Una di queste riguarda il contenimento del numero di alloggi in previsione, che è passato da 4.000 a 2.300.

«È una previsione più prudente che si giustifica in questa congiuntura economica », ha detto Rossetto. «Certo, queste sono solo previsioni. La loro concreta realizzazione dipende dalle esigenze che si manifesteranno sul mercato. Non accamperei a motivo di soddisfazione il contenimento del numero di alloggi. Rilevo che il vicino Comune di Bra, governato dal centro-sinistra, ha previsto nel suo nuovo Piano regolatore un numero di alloggi simile a quello che avevamo previsto noi, di gran lunga superiore a quello immaginato dalla Giunta Marello».

Il contenimento degli alloggi rischia di trasformarsi in un’arma a doppio taglio, secondo Rossetto: «Occorre prestare attenzione a quei comparti edilizi a cui sono collegate importanti opere pubbliche. Se il privato non ha convenienza a costruire, le opere pubbliche rischiano di rimanere sulla carta».

Forse è il caso di Miroglio: se la riconversione degli stabilimenti di via Santa Barbara non sarà conveniente per l’azienda, lo storico Gruppo tessile avrà qualche remora in più a spostarsi in corso Asti. E proprio su corso Asti è possibile rilevare una seconda divergenza di vedute fra il piano “Rossetto” e il piano “Marello”. «Marello ha scelto di concentrare le attività produttive su corso Asti», ha detto Rossetto. «È una scelta sensata. Però, non avrei abbandonato del tutto l’idea di un polo agroalimentare di qualità in Piana Biglini. Sarebbe stato importante per una città come la nostra. Naturalmente si sarebbe potuto discutere sulle cubature in modo da diminuire l’impatto ambientale». È noto che il piano “Marello” non sia a consumo zero di territorio. Certo è a consumo ridotto.

«In quest’ottica», spiega Rossetto, «avrei preso in maggiore considerazione l’idea delle “torri”, osteggiata negli anni scorsi dal centro-sinistra e da una parte del centro-destra. Si sarebbe potuto concentrare lo sviluppo residenziale in poche aree della città ».

Altri distinguo si sono registrati sulle “zone h”, presenti nel piano “Rossetto” e stralciate dall’attuale Giunta. «Si tratta di aree residenziali che avrebbero potuto mascherare le zone meno nobili della nostra città. Guardando la città dal Tanaro, infatti, non si ha una bella impressione. Con un’interfaccia diversa – un’edilizia di qualità – forse l’impressione sarebbe cambiata».

Marello e Rossetto sembrano in pieno accordo su un punto: le cosiddette “zone interstiziali”, comparti in cui il Comune realizzerà opere pubbliche, cedendo in cambio ai proprietari la possibilità di edificare su una parte soltanto degli stessi. «Non impongono vincoli, trattano allo stesso modo tutti i proprietari: le zone interstiziali rappresentano una genialata dello studio Benevolo», ha detto Rossetto, ricordando che tutti i sindaci hanno costruito opere pubbliche sulle aree acquistate a loro tempo dai sindaci Cagnasso e Paganelli o successivamente espropriate. «Ho infine condiviso il metodo di Marello nell’elaborazione del Piano», ha concluso Rossetto.

«La consultazione con i quartieri e con gli interessati ci deve essere, ma ci deve essere prima dell’approvazione della delibera programmatica – e così effettivamente è stato – e dopo l’approvazione del progetto preliminare. Il Piano regolatore è infatti un documento tecnico, nella cui stesura devono essere impegnati dei tecnici. Per questo a me pare che l’avvocato Marello abbia fatto bene a rinviare il dibattito con la città a dopo l’approvazione del progetto preliminare. Rilevo tuttavia che, quando ero sindaco, non erano mancate da parte sua critiche sulla mancanza di confronto con i quartieri, salvo poi procedere nello stessomodouna volta diventato lui stesso sindaco…».

Alessandro Cassinelli

Foto Marcato

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