“Il piccolo laboratorio in corso Langhe è curatissimo: ci sono quattro macchine da cucire industriali, una d’epoca all’ingresso, il camerino per le prove, una parete che raccoglie decine di bobine di fili colorati e tanto lavoro accumulato nelle feste di Natale. Carolina ha aperto la sua sartoria circa un anno fa e ora viaggia a pieno ritmo, tra orli, rammendi e ogni sorta di lavoro di cucito per fodere, tendaggi e vestiti. «Oggi la gente non ha più tempo per lavorare con ago e filo e meno soldi per comprare roba nuova», scherza Carolina.
La donna è arrivata 11 anni fa da Bacau, in Romania. «Quando sono arrivata ad Alba ho fatto per quattro anni la badante», racconta. «Non è un lavoro semplice, specialmente per chi è solo, lontano da casa.Macos’altro avrei potuto fare? Holasciato le mie due figlie a mia suocera e sono venuta qui per guadagnare qualche soldo e comprarci casa. Poi, però, io e mio marito ci siamo separati e così, nel 2004, le mie bimbe mi hanno raggiunta. Oggi sono grandi: una frequenta il primo anno delle superiori, l’altra le medie. Ho fatto per anni l’operaia in un laboratorio di cucito, ho insegnato in alcuni corsi organizzati alla Moretta e mi sono arrangiata con vari lavoretti. Ora ho avviato questa attività e il lavoro non manca: talvolta smetto alle 11 di sera».
Proprio mentre stiamo chiacchierando entra una cliente. «Ce la fa a farmeli entro fine settimana?», chiede, porgendo due paia di pantaloni da orlare. L’agenda è fitta di appunti per consegne in scadenza,masi vedrà di fare il possibile. «Alora cosa fuma?», dice Carolina in piemontese, suscitando la risata. Poi, si rimette subito al lavoro, la giornata sarà ancora lunga. Prima di uscire, è impossibile non notare le foto che ritraggono gruppi di persone e la prima Comunione delle due figlie. Alle pareti, vicino alle immagini di lavori eseguiti da Carolina, il bozzetto di un abito da donna e la dedica: «Siamo fiere di te mamma!».
c.b.