San Giovanni, un aiuto per il restauro

Della chiesa di San Giovanni, così come la vide san Francesco d’Assisi durante la visita ad Alba, rimangono rare raffigurazioni antiche. Dopo alterne vicende, all’inizio dell’Ottocento la chiesa ebbe numerosi arredi e dipinti, recuperati dalla demolita chiesa di San Francesco. In seguito vennero ricostruiti il coro e la facciata, quindi, nel 1884, l’edificio fu innalzato e fu realizzato il soffitto a cassettoni. Negli ultimi decenni, oltre alla sostituzione del pavimento e il nuovo impianto di riscaldamento, non ci sono stati interventi importanti. Ora il San Giovanni necessita di nuovi lavori: la ristrutturazione dell’interno e il restauro di cinque tele della preziosa quadreria.

I finanziamenti coprono solo in parte il costo degli interventi: la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo ha stanziato 40.000 euro (su un totale di 200.000) per il recupero dell’interno, mentre per il bando Tesori sacri 2010, la Compagnia di San Paolo finanzierà il 50 per cento dei costi del restauro dei dipinti: circa 22.000 euro. Silvio Rolando, incaricato del restauro dei dipinti, ha spiegato, nel corso dell’incontro di presentazione dei lavori, in municipio: «Poco sappiamo di queste tele. Auspichiamo che il corpus della quadreria di San Giovanni possa essere oggetto di uno studio accurato, magari di una tesi di laurea, che ci aiuti ad approfondire notizie in parte ancora lacunose». Due tele oggetto di restauro raffigurano santi e beati albesi, disposti secondo uno schema lineare che ricorda le teorie di personaggi illustri di epoca bizantinomedievale. La datazione collocherebbe i dipinti al XVII secolo, anche se la semplicità e la compostezza dei personaggi, i gesti pacati e i panneggi ordinati porterebbero a ipotizzare una cronologia precedente. Altra opera sottoposta a intervento di recupero è una Cena in Emmaus recante la data 1629 e la sigla Gam, che ha fatto pensare a un’attribuzione a Giovanni Antonio Molineri, autore di un altro dipinto presente in chiesa, il Battesimo di Cristo, sopra l’altare maggiore. Se l’autore di questa tela ha voluto prendere spunto da invenzioni caravaggesche (il gesto del personaggio che si appoggia incredulo alla sedia spingendo indietro il gomito è una citazione puntuale della prima versione del dipinto di uguale soggetto realizzata da Michelangelo Merisi nel 1601 e ora conservata alla National gallery di Londra), il confronto con il Battesimo di Cristo, opera, stando ai documenti, vicina cronologicamente alla Cena, fa emergere una grande differenza da un punto di vista di luce e colore, portando a dubitare di una attribuzione a Molineri del dipinto caravaggesco.

Le ultime due tele interessate dal restauro sono una Madonna con il Bambino, San Giuseppe, San Giulio, Dio Padre e lo Spirito Santo – attribuita a Sebastiano Taricco per l’estrema vicinanza dei lineamenti dei personaggi, dei colori e delle posture con altre opere realizzate dall’artista cheraschese – e un dipinto settecentesco, molto danneggiato, rappresentante San Francesco di Sales circondato da altri personaggi ancora oggetto di studi. Questi interventi porterebbero a conclusione i lavori riguardanti la quadreria, che si qualifica come una delle più belle e interessanti di Alba e dintorni, ospitando, tra le altre, opere di Barnaba da Modena, Gandolfino da Roreto, Danedi e ovviamente Macrino. La seconda parte di interventi si concentrerebbe sull’interno della chiesa, che ha danni dovuti in particolare a una risalita di umidità dalla cripta sottostante, che si estende per tutta la superficie della chiesa e che sarebbe desiderio dei membri dell’associazione San Giovanni, rappresentati dal parroco don Renato Gallo e dal presidente Attilio Cammarata, recuperare e utilizzare come spazio aggregativo della parrocchia e del quartiere. Il concerto di domenica 1° aprile, sarà il primo passo verso l’inizio dei lavori. Ma molto è ancora da fare.

Stella Marinone

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