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Bimbi e donne, l’orizzonte di Vides

ASSOCIAZIONI Vides – Volontariato internazionale donna educazione sviluppo – è una organizzazione non governativa che da venticinque anni segue progetti per aiutare donne e minori in Italia e all’estero. Nella sede albese, nella casa salesiana Maria Ausiliatrice alla Moretta, si lavora principalmente a contatto con i bambini promuovendo una cultura della solidarietà e dell’integrazione. Ne abbiamo parlato con suor Liliana, “anima” dell’associazione.

Che cosa significa Vides 2000?  «Vides è affiliato al nostro istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha basi in tutto il mondo. Esistono progetti a livello nazionale e a livello internazionale. I destinatari principali dei nostri progetti sono i minori e le donne. Al momento operano 25 volontari su entrambi i progetti».

 Quali sono le iniziative di Vides ad Alba?  «Il movimento è presente in città dal 2000: seguiamo, anche il rapporto con il Consorzio socio-assistenziale, due Cam (attività centro minori), che è l’assistenza a bambini e adolescenti al pomeriggio, dopo la scuola. Quello per i più piccoli si svolge in casa nostra, l’altro, per i ragazzi delle medie, si svolge nella parrocchia della Moretta. Riusciamo a seguire 86 bambini e una ventina di ragazzi. Tra il 2006 e il 2008 erano stati organizzati corsi, con aiuti dalla Provincia, di taglio e cucito per donne in difficoltà, soprattutto extracomunitarie. In alcuni casi queste ultime sono riuscite ad avviare una piccola attività commerciale. Partecipiamo alla Bancarella della solidarietà, attraverso la quale, oltre a raccogliere fondi per le nostre iniziative, riusciamo a farci conoscere dal pubblico e da altre associazioni».

 Quali sono i progetti a livello internazionale?  «Principalmente curiamo iniziative di raccolta fondi per coprire micro-progetti di sviluppo che, se per noi sono poca cosa, significano molto per le comunità con cui collaboriamo. I fondi stanziati in questo modo hanno un fine concreto: vengono investiti in coperte, riso, biciclette, pozzi per l’acqua e adozioni a distanza; appena arrivati i soldi ci viene inviato un riscontro, cosicché non ci sia mai la sensazione che la donazione sia andata a vuoto».

 Cercate nuovi volontari?  «Siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari soprattutto per gestire le attività pomeridiane. C’è da tener conto che seguiamo venti bambini di origine straniera (soprattutto marocchini) che spesso non conoscono ancora bene l’italiano. Il problema è sempre e solo di natura linguistica e non di integrazione, anzi. I compiti occupano solo una parte del pomeriggio che poi si riempiono di giochi e attività a cui tutti partecipano volentieri. Quest’anno fumetto e i supereroi sono stati il tema conduttore della parte ludica, i lavori realizzati sono poi stati esposti. Alla fine abbiamo organizzato una festa con le famiglie, in modo che i genitori si conoscessero tra di loro. Penso che questo sia il primo passo verso la socializzazione e un’integrazione concreta».

 Parlando d’integrazione qualche episodio?   «Per ogni Natale si organizza una piccola recita. Per i ruoli di Maria e Giuseppe sono stati scelti due bambini musulmani. Abbiamo chiesto il permesso ai genitori, che ci hanno detto che non avevano nulla in contrario, ricordando come Gesù sia considerato un grande profeta. Alla fine, nonostante i timori, tutto è andato liscio come l’olio».

al.co.

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