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Poco risparmio ma tanta politica

Gentile Direttore, chiedo ospitalità sul suo giornale per dissentire sul progetto del Governo in merito all’accorpamento dei tribunali in Italia.

Non entro nel merito sul fatto che si sono usati due pesi e due misure e che in meridione i tagli sono stati fatti con forbici da manicure mentre al Nord ed in particolare in Piemonte si è usato il bisturi e nella nostra Provincia la motosega (da quattro tribunali ne rimane uno ), ma sui presunti risparmi ci sarebbe molto da dire.

Si usano le forbici in maniera incondizionata, spesso senza logica, per cui si eliminano gli sportelli delle Poste dei piccoli Comuni perché “non rendono”, ma verrebbe da dire che sono servizi per i cittadini e da loro finanziati pagando le tasse , i quali diventano indispensabili per le persone anziane o sole, che non hanno automobile e spesso abitano in realtà che non hanno nemmeno la stazione ferroviaria, quando anch’essa non sia stata oggetto di tagli, ma quella dei tribunali, in particolare il caso di Alba, proprio non l’ho capito.

La capitale delle Langhe è già difficile da raggiungere con mezzi pubblici per cui l’uso dell’autovettura fa risparmiare parecchie ore, ma se non avrei capito la soppressione a favore di un unico tribunale a Cuneo, non capisco proprio l’accorpamento ad Asti che è grottesco in quanto secondo il medesimo Governo verrà soppressa la Provincia di Asti (accorpandola con Alessandria) mantenendo però in vita il suo Tribunale al quale viene accorpato quello di Alba di una Provincia, quella di Cuneo, che invece rimane.

Se questo progetto andasse in porto, non si risparmierebbe nulla, ma oltre ad eliminare un ulteriore servizio ai cittadini, altri di loro che lavorano al Tribunale di Alba (e che hanno un rapporto splendido con la collettività nell’erogare i servizi) dovranno o trasferirsi ad Asti o fare quotidianamente molti chilometri in più (con aggravio di spese di trasporto per la propria famiglia): in tutto questo penso ci sia poco risparmio ma tanta politica .

Non sono tra quelli che fanno del qualunquismo, amo la politica “come organizzazione della speranza” per cui rispetto quelle persone che hanno scelto la politica come servizio per il prossimo e non per tornaconto personale, però mi sarei aspettato di più da loro, ma anche dai cittadini, per far sentire la loro voce, anche perché non si dà speranza alle persone diminuendo lo spread risparmiando sui servizi ma dando loro delle opportunità e possibilità di credere in un futuro migliore.

Giorgio Groppo, presidente di Csv-Società Solidale

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