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Cirio tra gli UNDER 40 di Berlusconi

COLLOQUIO-1 Lo scenario politico italiano è in rapida trasformazione. Guardiamo al Pdl. Berlusconi – di fatto uscito di scena con l’arrivo al Governo di Mario Monti – ha nei giorni scorsi espresso l’idea di fare un passo indietro. I commenti e le ipotesi si sono sprecati. Che cosa significa, a suo avviso, assessore Cirio?

«Il presidente Berlusconi ha fatto un gesto di grande responsabilità, dimostrando con i fatti quella che è la sua volontà di cambiamento. Tutti parlano di rinnovare, ma tutti continuano anche a metterci la propria faccia, che è la stessa da decenni. Bersani, Fini, Casini, Di Pietro e tanti altri: gente vista e rivista, che sta ai vertici della politica italiana da almeno 30 anni e che sarebbe ora andasse in pensione. Oggi c’è bisogno di rinnovare davvero e, nonostante molti vertici del Pdl spingano Berlusconi a candidarsi, il presidente ha rifiutato chiedendo facce nuove e coesione del centro-destra, perché mettere il Paese nelle mani della sinistra di Vendola, in un momento delicato come questo, significherebbe affidarlo a un tragico quanto certo fallimento».

Le pare plausibile cheBerlusconi resti dietro le quinte a sostenere un Monti bis?

«Di Monti bis si potrà parlare, eventualmente, solo a elezioni avvenute e nel caso in cui non emerga una maggioranza forte per governare il Paese. Credo sia importante che tutti coloro che non si riconoscono nella sinistra – mi riferisco a tutti i moderati e i liberali italiani – si uniscano in una grande casa, che deve essere guidata da gente nuova e pulita. Aria fresca: è quello che serve».

Molto dipenderà dalla legge elettorale.

«Sì.Mabisogna essere chiari su due punti, da attuare subito: tagliare almeno della metà il numero dei parlamentari e restituire alla gente la possibilità di scegliere direttamente le persone.Èora che il Parlamento concretizzi tutto ciò una volta per tutte: sono stufo di assistere all’ipocrisia di chi continua a sostenere questi princìpi, salvo poi non fare niente in Parlamento. Si vada a votare con il metodo che si vuole. Poco mi interessano i calcoli alla francese o alla tedesca. Mi importa che la gente possa scegliere ed esprimere la propria preferenza. Oggi, sempre di più, la politica non è questione di partiti, ma di persone. E di persone per bene ce ne sono in tutti gli schieramenti, così come di delinquenti, purtroppo. Il sistema deve permettere di distinguerli, punendo chi sbaglia e premiando chi merita fiducia ».

Quale sarà la sua posizione? C’è fermento per le candidature e si parla anche del suo nome.

«Sto svolgendo il mio incarico in Regione, come sempre, con grande impegno e devo dire anche con grande soddisfazione. I settori di cui mi occupo stanno andando bene. Il turismo cresce sia come presenze che come fatturato e stiamo creando posti di lavoro per i nostri giovani. Sento il bisogno di proseguire in questo impegno: mio padre mi ha insegnato che bisogna finire ciò che si comincia. È vero però che Berlusconi sta costruendo una squadra di under 40 e di questo rinnovamento c’è un fortissimo bisogno».

Lei è stato il candidato più votato del Piemonte. Silvio Berlusconi le ha chiesto di far parte di questa nuova squadra di giovani?

«Sì, e questo mi ha lusingato molto. Mi ha fatto capire anche che la volontà di rinnovamento è reale. Bisogna tagliare con il passato e mettere gente nuova. Ho sentito il dovere di dare la mia disponibilità a un grande progetto, che ha come parole d’ordine “gente nuova, giovane e onesta” e che nelle prossime settimane vedrà altre novità. Sono convinto, infatti, che il problema fondamentale sia di tipo anagrafico: io non ho ancora 40 anni e da quando ho iniziato mi sono sempre dovuto scontrare con chi mi riteneva troppo giovane per qualunque cosa. Quello che sono riuscito a fare lo devo solo al grande consenso e alla fiducia che la gente ha scelto di darmi. Sentire che si punta sui giovani, non può che darmi gioia. Anche guardando a ciò che avviene negli altri schieramenti: penso ad esempio a Renzi, al quale, pur nella diversità di credo politico, mi accomuna uno sguardo diverso da chi continua ad avere una visione vecchia del nostro Paese».

Maria Grazia Olivero

«La Lega nord molla Formigoni? Vicende lombarde. In Piemonte decidono i piemontesi»

 

Che cosa potrebbe accadere a livello nazionale, regionale e locale nel centro-destra, Cirio?

«Il centro-destra ha bisogno di stare insieme e unito. Ai cittadini interessa come arrivare alla fine del mese ed essere aiutati a pagare l’affitto o il mutuo, non certo coalizioni che saltino all’aria a ogni soffio di vento. Noi siamo arrivati in Regione con un sodalizio Pdl- Lega nord e stiamo governando bene, nonostante il terribile dissesto finanziario ereditato dalla Giunta precedente. Stiamo mettendo a posto i conti della sanità e siamo persone serie, che pensano agli interessi del Piemonte prima che al tornaconto. In quest’ottica è giusto e doveroso che la Guardia di Finanza, come nelle altre regioni, abbia deciso di controllare l’uso dei fondi da parte dei gruppi, perché amministriamo soldi pubblici. È giusto che vengano fatti nomi e cognomi e che chi ha sbagliato paghi. La cronaca di tutti i giorni ci dimostra, infatti, che i disonesti esistono a tutti i livelli, ma anche le persone serie. Sia chiaro: a me personaggi alla Fiorito fanno schifo. E il carcere per gente così è pure poco».

Quanto hanno inciso gli “scandali” legati alle Regioni nei mutamenti in atto?

«Questa riforma era assolutamente necessaria. Purtroppo, siamo abituati a un Paese in cui le riforme le fanno gli scandali. Ma pur nel disgusto di questo momento, l’elemento positivo è che quanto accaduto ha aperto gli occhi sulla necessità di cambiare da subito. Mi auguro venga fuori un’Italia migliore».

La Lega nord ha mollato il governatore Formigoni. Che succederà in Piemonte?

«Sono vicende lombarde. In Piemonte decidono i piemontesi».

Anche in Piemonte la politica ha costi troppo elevati?

«La politica ha costi troppo elevati nella nostra regione e nel resto del Paese. In Piemonte, sotto il nostro governo, abbiamo ridotto i consiglieri da 60 a 50 e penso siano troppi comunque. Però, si smetta di parlare e si passi ai fatti. Lo stesso vale per Monti: smetta anche lui di parlare e agisca. Mille parlamentari sono troppi, se pensiamo che gli Stati Uniti ne hanno la metà! E come Monti mostra di sapere alzare in 24 ore l’Iva e inventare ogni giorno una nuova tassa, con la stessa rapidità tagli il numero dei parlamentari e metta un limite alle legislature. Siamo stanchi di vedere la stessa gente in Parlamento per vent’anni».

 La Corte dei conti indaga sui venti milioni per il progetto del nuovo palazzo della Regione Piemonte, firmato Fuksas? Che ne pensa?

«Penso fosse ora. Siamo stati noi a chiedere l’intervento, perché non abbiamo i soldi per tenere aperti gli ospedali e la Giunta Bresso, a un mese dalle elezioni, è riuscita a pagare una parcella da 22 milioni di euro per la progettazione di un palazzo. Da queste cose vogliamo prendere le distanze e soprattutto vederci chiaro».

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