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Massimo Vacchetto: uno scudetto per la storia

Campagno – Vacchetto 9 – 11

Canalese: Campagno, Arnaudo (Rigo), Bolla, Stirano; in panchina: Parussa. Direttore tecnico: Ernesto Sacco.
Albese: Vacchetto, Giampaolo, Massucco, Unnia (Danusso). Direttore tecnico: Giulio Abbate.
Arbitro: Ardenti, di Cengio; giudice di battuta: Grosso, di Pocapaglia; terzo arbitro: Boetti, di Villanova Mondovì.

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Fino a sabato scorso, per i frequentatori degli sferisteri, Massimo Vacchetto era il figlio di Giorgio, mad’ora in poi si dovrà parlare di Giorgio come del papà di Massimo. Superando per 11-9 il tricolore in carica Bruno Campagno nell’incontro di ritorno della finale per il titolo, il diciannovenne Massimo Vacchetto ha vinto lo scudetto di pallapugno, diventando il più giovane campione italiano nella storia del balon.

La vittoria più importante della sua breve ma già ricca carriera, Vacchetto l’ha ottenuta a Canale; praticamente nel cortile di casa, considerate le sue radici familiari. Il successo in campionato corona un’annata trionfale per l’Albese, che ha perso soltanto tre partite nel corso della stagione e ha messo in bacheca anche la Coppa Italia. La quadretta guidata fino a tre settimane fa da Giancarlo Grasso (ci pare giusto citarlo anche se nelle ultime tre partite non era più in panchina) ha concluso in testa alla classifica sia la prima che la seconda fase e ha chiuso imbattuta semifinale e finale.

Per Vacchetto è la consacrazione di una carriera vissuta da predestinato. Fin dalle giovanili si parlava di lui come di un giocatore chiamato a fare grandi cose e, all’ingresso nel balon degli adulti, Massimo ha mantenuto le promesse, vincendo la serie B al debutto e arrivando in finale al primo anno di serie A per poi chiudere l’ascesa con la conquista del titolo tricolore.

Accanto a Vacchetto, una squadra costruita per aiutarlo a centrare l’obiettivo, dalla spalla Michele Giampaolo (per lui otto scudetti in altrettante finali), ai terzini Maurizio Massucco (secondo successo dopo quello del 2006 con Corino, sempre ad Alba) ed Enrico Unnia (sette scudetti), che hanno disputato le partite migliori dalle semifinali in avanti, dando il meglio nella fase decisiva del torneo, senza dimenticare il quinto giocatore Claudio Danusso, sempre pronto a fare la sua parte quando è stato chiamato in causa.

Sabato, sul campo di casa, Campagno si è arreso a testa alta al termine di un’altra battaglia durata quasi quattro ore, più spettacolare e avvincente rispetto a quella di andata. Una partita che, come intensità ed emozioni, ha ricordato la storica finale del 2006 al Mermet tra Corino e Sciorella. Il campione uscente ha dato il meglio quando era alle corde, riaprendo una partita che pareva persa, manel corso del match ha commesso troppi errori di fronte a un rivale che reggeva meglio lo scambio. Alla Canalese non è bastata una coppia di terzini che per due terzi di gara non ha sbagliato quasi nulla e un Arnaudo più efficace rispetto alla partita di andata. D’altra parte, quella di sabato è stata la sesta vittoria di Vacchetto su Campagno in sette scontri diretti. Non può essere un caso.

E ora, con un campione italiano di 19 anni e un finalista di 22 (tricolore un anno fa), ci sono tutte le premesse per assistere a una rivalità degna di quelle che nei decenni scorsi hanno fatto la storia di questo sport.

La sfida di Canale, aperta da un minuto di raccoglimento per l’alpino Tiziano Chierotti, morto in Afghanistan, è iniziata bene per Campagno che, affiancato da un Bolla in versione di lusso, si è portato a condurre per 3-0 di fronte a un rivale piuttosto in difficoltà. Vacchetto e soci, però, non hanno perso la calma e si sono rifatti sotto. Il capitano albese trovava sempre maggior sicurezza nel palleggio e riusciva a piazzare alcuni diagonali velenosi che costringevano il rivale all’errore. Il primo sorpasso di Vacchetto (3-4) arrivava con un gioco vinto sul 40 pari e sul 3-5 la sfida pareva ormai aver cambiato padrone. Era però Arnaudo, con un ricaccio vincente su una caccia sfavorevole a riportare sotto i suoi (4-5) in un gioco che aveva visto Vacchetto condurre per 40-15. Poi, sulle ali dell’entusiasmo, era ancora la spalla roerina a firmare il 5-5.

Dopo l’intervallo c’era il nuovo allungo di Vacchetto (5-7) e sul 6-7 l’Albese prendeva saldamente in mano la partita. Quando Giampaolo firmava il 10-6 al terzo vantaggio, i fotografi erano già a bordo campo in attesa della festa, ma in quel momento la sfida si riapriva. Dal ricaccio Campagno (al cui fianco, sul 9-6, era entrato Rigo al posto di Arnaudo) “lasciava andare” il braccio e si rifaceva sotto portandosi sull’8-10. Nel gioco successivo Giampaolo falliva sul 40-30 la palla dello scudetto su una caccia favorevole e Campagno tornava a “graffiare”: 9-10.

Anche l’ultimo gioco non risparmiava emozioni: gli ospiti sul 40-15 non sfruttavano altre due occasioni per chiudere; poi, sul 40 pari un fallo di Campagno in battuta ridava all’Albese l’opportunità di vincere, ma i locali pareggiavano ancora. Dopo un time-out chiesto dall’Albese, Unnia usciva per crampi, rimpiazzato da Danusso. Nelle due azioni successive il quinto giocatore biancorosso non faceva in tempo a toccare la palla, ma poteva vedere da vicino il fallo al ricaccio di Campagno che chiudeva la finale e dava il via alla festa.

Corrado Olocco

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