Il direttore risponde (6 novembre)

«Faccia incontrare le donne in nero e il loro contestatore»

Caro don Rizzolo, più delle mie parole di lode è il successo di critica e di pubblico di Gazzetta d’Alba che attesta la qualità della Direzione del nostro settimanale. Però nelle settimane scorse si è avuto un piccolo episodio che a mio parere è contestabile. Sulla Gazzetta del 16 ottobre è apparsa una lettera anonima (“Lettera firmata”) contenente un duro attacco alle “Donne in nero”. A questa hanno risposto Maria Chiara Tropea con altre donne in nero e l’assessore Franco Foglino in termini chiari e pacati. Sono dell’opinione che la Direzione di un giornale fa bene a proteggere dietro l’anonimato l’autore di una lettera quando questa tocca delicate questioni personali. In questo caso dove stanno le ragioni dell’anonimato? È possibile che l’anonimo autore sia così tanto preso dalle secolari sofferenze del popolo ebraico da non dare spazio ad altre sofferenze, in particolare quelle che l’attuale Governo di Israele infligge ai palestinesi. C’è più bisogno di ascolto, di attenzione reciproca, tanto in Israele/Palestina, quanto da noi. Poiché lei conosce le persone coinvolte, le propongo di organizzare un incontro invitando tutti e tutte. Chissà che non ne scaturisca la gioia di un inizio di reciproca comprensione?

Beppe Marasso, Neive

Volentieri possiamo organizzare un incontro, se la persona che ha scritto per prima desidera farlo. Colgo però l’occasione per alcune puntualizzazioni. Non pubblichiamo lettere anonime, ma solo di chi ci fornisce nome, cognome e indirizzo, ed eventualmente telefono. Su richiesta di chi scrive possiamo però omettere la firma. Io non sto a sindacare sui motivi per cui uno preferisce non apparire con il proprio nome. Quello che conta è il contenuto e a tutti è data la possibilità di replicare. Nel caso in questione, per esempio, lo spazio totale è stato nettamente in favore delle repliche. Alla fine i lettori si possono formare una propria idea. Le lettere, inoltre, esprimono le opinioni degli stessi lettori, non necessariamente condivise dalla Direzione, anche quando non hanno risposta. Questa rubrica è uno spazio aperto, di dialogo. Dove contano le idee, le esperienze, le segnalazioni, non il nome di chi le esprime. Per una volta non importa se si tratta di un amico, di uno dei “nostri” o di uno della “parte avversa”.

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