Uniti da una goccia di sangue

CANALE Unite nella finalità, unite negli spazi. Fidas e Avis di Canale promuoveranno la “cultura del dono” se non negli stessi tempi, di certo negli stessi locali: il centro prelievi che da alcune settimane condividono all’interno della Cittadella della salute canalese.

Il taglio del nastro della sala prelievi delle scorse settimane ha concretizzato la richiesta che, alcuni anni, fa gli allora capigruppo di Avis, Tonino Murru, e Fidas, Pietro Scoglia, avevano presentato al Comune per usufruire di locali a norma ove effettuare le donazioni. Ora entrambe le associazioni utilizzano insieme la sala visite e la sala prelievi, che servirà a ospitare anche le riunioni e i corsi di aggiornamento del Var (Volontari ambulanza Roero).

«Siamo molto contenti di condividere i locali», assicurano a una voce i capigruppo di Avis, Bertino Destefanis, e Fidas, Enrico Delpero, «perché il fine è sempre la donazione. Non facciamo campagne l’uno contro l’altro e il fatto di usufruire degli stessi spazi garantirà l’abbandono di quei campanilismi che forse in passato, senza volerlo, si erano creati».

I capigruppo rivolgono un ringraziamento al Comune, che ha messo a disposizione i locali, e a quanti hanno contribuito all’acquisto delle quattro poltrone per donare il sangue: Banca d’Alba, Punto enogastronomico, famiglie Destefanis, Monticone e Cavadore.

Bertino Destefanis, 108 donazioni, ed Enrico Delpero, 86 donazioni, rivolgono un appello ai giovani: «Abbiamo bisogno di ricambio anche perché si può donare solo fino a 65 anni. Qualche giovane c’è, ma a volte si “perde per strada”. Tanti ragazzi il sabato sera escono e quando la domenica mattina vengono a donare il sangue non sempre hanno gli esami a posto. Questo li scoraggia e non vengono più», dicono i capigruppo. «Donando il sangue, si è sempre sotto controllo anche dal punto di vista medico, perché prima di tutto si salvaguarda la salute del donatore. Una volta all’anno si fa anche l’elettrocardiogramma e l’Avis fa sottoporre i donatori oltre i 50 anni anche al Psa», prosegue Destefanis.

La necessità di coinvolgere i giovani è sempre stata sentita. Delpero ricorda: «Tempo fa il conte di Canale, Gerardo dal Pozzo, presidente fondatore Fidas, offriva, a chi donava il sangue, il biglietto gratis per recarsi al ballo la sera».

Il gruppo Avis di Canale, che nel 2013 festeggerà quarant’anni, conta circa 140 donatori; nel 2011 le donazioni sono state 220, con quattro appuntamenti all’anno a Canale e due a Valpone, sull’autoemoteca. In occasione dell’inaugurazione dalla sala prelievi si sono svolte le premiazioni del concorso indetto dall’Avis sul dono del sangue, rivolto ai ragazzi di terza media. Il primo premio è andato a Francesca Rosa (3ª C, 150 euro), seconda Simona Olivetti (3ª A, 100 euro), terza Sara Moretti (3ª D, 50 euro). Il gruppo Fidas si avvale di circa 120 donatori, 145 donazioni nel 2011 e otto possibilità di prelievo all’anno.

Le prossime occasioni di donazione saranno, per l’Avis l’11 novembre a Valpone con l’autoemoteca e, nella nuova sede, a Canale, per la Fidas il 12 e il 18 novembre e il 23 dicembre per l’Avis.

Elena Chiavero

LE VOCI DEI DONATORI

Fabio: «Tutti dovrebbero provare»

Fabio Sibona, da sei anni donatore Fidas, ha iniziato a donare il sangue appena maggiorenne. «La prima donazione è stata il 27 agosto 2006. Alle superiori andavo a scuola a San Damiano e lì era stata fatta una campagna di sensibilizzazione sul tema. La mia fidanzata (che ora è mia moglie) era anche lei donatrice alla Fidas; così decisi di provare anch’io». Fabio Sibona, anche donatore Admo, ha raggiunto le 20 donazioni di sangue e cerca di organizzare le vacanze estive in modo che non coincidano con la donazione. «Tutti dovrebbero provare», invita. «Non fa male e in mezz’ora si fa tutto, tra compilare fogli, visita e donazione. In più si fanno esami approfonditi gratuitamente. Ritengo che mezz’ora del proprio tempo ogni tre mesi – due ore all’anno – tutti possano dedicarla per il prossimo».

Giovanni: «Ho iniziato da minorenne»

Giovanni Bruno di donazioni all’attivo per la Fidas ne ha 160. «Ho iniziato nel 1971 quasi per scherzo e non ho più smesso. La prima volta mi ha portato mia mamma: ero ancora minorenne. Ora che possiamo contare su questi nuovi locali, speriamo che tanti si uniscano a noi».

Giulia: «Temevo l’ago. Ora non più»

Giulia Cavadore, 33 anni, ha iniziato la collaborazione con il gruppo Avis di Canale nel 1998 come segretaria. Giulia, figlia di assidui donatori (i suoi genitori si sono conosciuti e innamorati proprio all’Avis), con un fratello e una cugina già avisini, ha iniziato a donare il sangue l’anno scorso. «A tenermi lontana era la paura dell’ago», ammette. «Sono entrata nel gruppo grazie a Tonino Murru, che voleva rimpinguare il gruppo giovani. È un’esperienza appagante. Oltre a tenere la salute sotto controllo è bello sapere che puoi essere di aiuto. All’Avis ci conosciamo tutti, l’ambiente è familiare e stimolante; tra i donatori si è creato un bel rapporto di amicizia. Ora, con le borse di studio nelle scuole, cerchiamo di sensibilizzare già i ragazzi al dono del sangue, perché siamo convinti che sia necessario “seminare” determinati valori sin da piccoli».

e.c.

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