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A convegno sul futuro della sanità: mancava solo la Regione

Il 5 dicembre nella sede Cisl provinciale si è discusso di cooperative e consorzi socio-assistenziali. Strategia chiara: andare avanti insieme. Ed ora serve il sostegno del sistema creditizio

CUNEO Un confronto aperto con un grande assente. Mancava solo la Regione Piemonte in via Cascina Colombaro 33 nella sede della Cisl provinciale per discutere sul futuro delle cooperative sociali e dei consorzi socio-assistenziali. I soldi sono finiti, a rischio non c’è solo qualche posto di lavoro ma un intero sistema. Ed allora, la Cisl cuneese con la collaborazione di Confcooperative ha organizzato questa giornata aperta in cui presentare alcuni dati e ragionare su quali strade intraprendere.

C’è una certezza in questa storia, riprendendo le parole di Gianpiero Porcheddu, segretario generale della Cisl Fp Piemonte, «la nave non sta affondando, la nave è già affondata». Allora cosa resta da fare? «C’è la gente in acqua disperata», ha proseguito Porcheddu nella sua efficace metafora. «Non è il momento di insegnare loro a nuotare, serve il salvagente. Nient’altro».

Il segretario generale della Funzione pubblica Cisl Piemonte ha concluso una mattinata intensa in cui tanti attori di questa complessa storia hanno offerto il loro contributo. Erano rappresentate l’Asl Cn1, l’Asl Cn2, molti Consorzi socio-assistenziali della Provincia, i presidenti delle più importanti cooperative del cuneese e alcuni dirigenti di strutture di cura.

L’apertura dei lavori è stata affidata al segretario generale provinciale della Cisl Fp, Alessandro Bertaina: «È bello in un momento così complesso vedere tante gente pronta a confrontarsi e a metterci la propria faccia. Peccato manchi la Regione Piemonte. Sono stati i primi ad essere invitati, un mese fa. Eravamo disposti a calendarizzare questa giornata in relazione alle loro esigenze. Evidentemente non è stato sufficiente per averli con noi».

L’assenza della Regione fa rumore. Un’assenza che viene ripresa dai tanti ospiti intervenuti. Cominciando da Lucio Allegro, responsabile del terzo settore per la Cisl Fp Cuneo. Per Confcooperative era presente tra i relatori, Sandro Durando, presidente di Federsolidarietà Cuneo. Sempre per Confcooperative hanno partecipato al dibattito, il Direttore provinciale Massimo Gallesio e il vicepresidente Bruno Carli. Applauditi e condivisi gli interventi della presidente del Consorzio del Cuneese, Gabriella Aragno e del direttore Aurelio Galfrè. Dall’assessore alle politiche sociali del Comune di Fossano, Maurizio Bergia, un’indicazione precisa: «C’è solo una strada per uscire da questa situazione. Partire da oggi con un’idea condivisa. Non si può provare singolarmente. Tutti insieme per uscire da una situazione che noi segnalavamo già qualche anno fa».

Per il presidente di Proposta80, una delle cooperative più grandi della provincia, Camillo Guglielminetti: «Siamo una delle cooperative patrimonialmente più forti eppure ora anche noi facciamo fatica. Rischiamo di non pagare gli stipendi. Non a persone benestanti ma ad oss, gente che senza quei soldi non mangia». Fabio Aimar, direttore della struttura complessa bilancio e contabilità dell’Asl Cn1 si è limitato al ruolo di tecnico esponendo numeri che fanno tremare: «Il nostro è un bilancio derivato. Se la Regione non ci versa i soldi noi con i soli ticket non facciamo molta strada. Ogni mese mancano 6 milioni di euro. È un problema fare fronte alle spese correnti». La preoccupazione forte si è percepita anche dalle parole del presidente dell’assemblea dei Sindaci del Consorzio Monviso solidale, il sindaco di Verzuolo Gianfranco Marengo.

Alla fine, tutti concordi sulla soluzione da adottare in tempi brevi: serve un’intesa con le banche per garantire ossigeno ad un sistema che allo stesso tempo deve essere ripensato. «Le banche sono state le prime a essere salvate» – afferma Alessandro Bertaina. «Ora devono restituire il favore e tendere la mano ad un sistema che non deve collassare. Se collassa pagheremo tutti le conseguenze, comprese le banche».

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