La celluloide va in soffitta

TECNOLOGIA Franco si ricorda ancora quando negli anni Sessanta andava in via Mazzini per assistere alle proiezioni del cinema Corino. «Dato che ero un amico di famiglia da bambino sono sempre entrato gratis». Per questo Franco non si ricorda quanto costava il biglietto.

«Uno dei primi film che ho visto è stato il Gattopardo di Luchino Visconti. Ma ricordo anche molto bene il Decameron di Pasolini. Poi, quando il film era unsuccesso, c’era molta gente al piano di sotto che fumava e quelli sopra vedevano ben poco dello schermo».

Altri tempi. Oggi il cinema Corino non c’è più ma ad Alba è possibile assistere ai film al cinema Moretta, in sala Ordet o alla Multisala Citiplex. Se non che dal 1° gennaio 2014 vi sarà un altro passaggio epocale: le “pizze”, cioè i film in pellicola, saranno divorate dal digitale. Dopo le “musi” e le “video” cassette è arrivato il momento della pellicola: tra poco più di un anno le nuove uscite saranno distribuite nei cinema solo in formato digitale.

Una rivoluzione che, peraltro, è già in corso. In Italia, la sostituzione dei vecchi proiettori è avvenuta in poco più di metà delle sale: a fine ottobre, 1.950 dei 3.814 schermi erano già digitali. Il cambiamento galoppa più spedito in Gran Bretagna e Francia, dove si sono adeguate quasi nove sale su dieci. Nel complesso, in Europa sono già digitali due schermi su tre. In ritardo sembrano essere innanzitutto i Paesi più investiti dalla crisi economica. Spagna e Grecia sono anche più indietro dell’Italia.

Il perché è presto detto: la rivoluzione ha un prezzo non da poco dal momento che un proiettore digitale costa tra i 50 e i 90 mila euro. In pericolo sono soprattutto i cinema con più di una sala, che magari avevano appena investito per aumentare il numero di schermi e che ora si trovano di fronte a un’altra grossa spesa.

«È un passaggio obbligato», spiega Nicola Craveri, portavoce dell’associazione di volontariato che gestisce il cinema Moretta, «perché i film su pellicola non li stamperanno più. Purtroppo si abbandonerà un supporto molto romantico, ma d’altra parte la gestione delle pellicole stava diventando fuori luogo per i tempi che siamo. Scatole di 20 chili per film, camion che girano. Invece con il digitale è tutto più leggero».

Anche i costi? «Passare a impianti digitali di ultima generazione sarà una spesa non indifferente per sale piccole come la nostra. Però è anche vero che se fino a pochi anni fa si parlava di 60-75 mila euro ora i prezzi scenderanno del 30-40 per cento. Se pensiamo che stampare una pellicola costava 600-800 euro, la rendita non era facile, mentre in digitale si spende di meno per produrre un film e di conseguenza costerà meno anche al gestore di una sala. Inoltre il digitale permette di avere più copie dello stesso film: questo significa più elasticità nella scelta della programmazione che ora è dettata dalla disponibilità del film su pellicola».

Maurizio Bongioanni

L’ESPERTO: «Una naturale evoluzione tecnologica»

Pier Mario Mignone è un critico cinematografico albese e presidente dell’“Unione italiana circoli del cinema”.

Mignone, cosa pensa del passaggio epocale dalla pellicola al digitale? Non le dispiace?

«Si tratta di una naturale evoluzione tecnologica. Anche il dvd sta morendo, tutto sta passando su supporti digitali più leggeri. Non sono un nostalgico della pellicola.Èaffascinante, ma la tecnologia digitale libera la creatività in modo inimmaginabile. Qualunque cineamatore può produrre il proprio film: da una parte questo rischia di inquinare un mercato già ampio, ma il lato positivo è che chiunque ha la possibilità di fare cinema. Personalmente produco film in digitale già dal 1996».

La qualità del film ne risentirà?

«No, anzi. La qualità sarà enorme e metterà in crisi il 3D più amatoriale. Certo si tratta di un passaggio costoso per via dei nuovi impianti ma le copie dei film costeranno molto di meno e le grandi sale potrebbero addirittura pensare di tagliare il personale dalmomento che il film arriva già su hard-disk o da satellite e per gestirlo basterà una persona sola. Come dire che la cassiera potrà gestire un’intera multisala».

ma.bo.

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