ACNA: mistero sugli acquirenti

VALLE BORMIDA Prosegue in Liguria l’attività “diplomatica” per arrivare alla vendita dell’area ex Acna di Cengio, ma sul nome dei possibili acquirenti regna ancora il massimo riserbo. La scorsa settimana, a Genova, si è svolto un incontro tra gli assessori regionali Renata Briano (ambiente) e Renzo Guccinelli (industria e sviluppo economico), l’assessore all’ambiente della Provincia di Savona Santiago Vacca, i vertici della Filse (la finanziaria della Regione), il presidente della società Cengio sviluppo Lino Alonzo e il vicesindaco di Cengio Sergio Marenco, che ha fatto il punto su alcune questioni da tenere presenti in caso di vendita: completamento delle operazioni di bonifica, attivazione di un piano di sviluppo industriale, tutela dell’ambiente e della salute pubblica e salvaguardia del posto di lavoro per chi opera tuttora nel sito (una trentina di addetti). Le parti si sono impegnate a trovarsi nuovamente il 7 marzo, per un incontro preparatorio a quello (decisivo?) con i vertici di Syndial.

Dopo l’annuncio di avvio delle procedure di vendita da parte di Syndial, in Valle Bormida hanno iniziato a circolare alcuni nomi di possibili acquirenti. I più “gettonati” erano quelli della Emi di Cengio, del gruppo Pensiero di San Giuseppe di Cairo e della Demont di Millesimo, importanti realtà valbormidesi che negli anni scorsi hanno lavorato nel sito di Cengio durante le operazioni di bonifica.

Per capirne di più abbiamo provato a rivolgerci direttamente agli interessati, ottenendo una raffica di smentite. La Emi, attraverso il rappresentante legale Giampaolo Bagnasco, ha fatto sapere: «L’acquisto non ci interessa. Si sentono tante voci, ma non c’è niente di concreto. È un’operazione fuori dalla nostra portata». Stessa risposta dal gruppo Pensiero, mentre dalla Demont l’amministratore delegato Fabio Atzori, commenta: «Ogni tanto salta fuori il nostro nome, ma non c’è nessuna trattativa in corso. L’area non ci interessa e nessuno ci ha mai proposto di acquistarla».

Al di là di chi saranno gli acquirenti del sito, ci sono altri elementi della vicenda che paiono destinati a far discutere, soprattutto sul versante piemontese della Valle. Dall’incontro della scorsa settimana in Regione Liguria sono ancora trapelate indiscrezioni sulle intenzioni degli acquirenti: installazione di impianti fotovoltaici (forse sugli ex lagoons), industria del vetro, logistica portuale, ma anche produzione di energia con una centrale a carbone, ipotesi che sarà difficile da far “digerire” in Piemonte.

Anche le condizioni di vendita fissate da Syndial sono interessanti. Per la cessione delle aree il prezzo sarebbe di 10 milioni di euro, all’incirca la stessa cifra proposta l’anno scorso all’Agrimovil, società che fece dietro front dopo aver constatato le difficoltà di utilizzo del sito a causa della presenza del depuratore e della mancanza di scalo ferroviario. Syndial intende cedere l’area “chiavi in mano”, compresa la (testuale) “fase residua” di bonifica, per la quale la proprietà dell’ex Acna metterebbe a disposizione 40 milioni di euro. In pratica, chi compra l’area riceve anche in dote i soldi per ultimare una bonifica che le due Regioni e il Ministro dell’ambiente diedero per conclusa nell’ottobre del 2010.

Corrado Olocco

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