Due VIGILI in centro

QUARTIERI Le richieste di maggior sicurezza avanzate dai cittadini albesi trovano ora una risposta.

A partire dalla scorsa settimana, infatti, il Comando della Polizia municipale di Alba ha istituito la figura del Vigile di quartiere anche per il centro storico. «Dopo le aree di corso Langhe, corso Piave e frazione Mussotto», spiega il comandante dei Vigili albesi Antonio Di Ciancia, «anche il quartiere Centro storico potrà contare su questa figura, che fungerà da presidio del territorio, pronta ad ascoltare e a riferire anche problemi che possono sfuggire all’attenzione di chi non li viva giorno per giorno. Poiché si tratta di una zona assai ampia, due saranno gli agenti incaricati».

I nuovi vigili di quartiere del centro storico sono Claudio Fissore e Christian Berutti. A loro spetterà il compito di proporsi come agenti di riferimento per residenti e commercianti, oltre a vigilare per prevenire furti, danneggiamenti, scippi, episodi di accattonaggio e ovviamente le violazioni al Codice della strada. Zone particolarmente sensibili su cui verrà concentrata l’attenzione degli agenti saranno i dintorni della Biblioteca, la sede dell’Asl Cn2, nonché nel prossimo futuro la nuova piazza San Paolo. Quella dell’Amministrazione comunale è stata una decisione sollecitata dalla lettera inviata nel dicembre scorso dal Comitato di quartiere, nella quale si sottolineava la crescente preoccupazione per i sempre più frequenti atti di microcriminalità che si verificano nelle vie del centro e si chiedeva una maggiore attenzione sul fronte della sicurezza, soprattutto nelle ore serali e notturne.

«In passato», aggiunge il comandante Di Ciancia, «non si era ritenuto opportuno istituire questa figura per il Centro storico visto che proprio qui ha sede il Comando della Polizia municipale, ma oggi sono cambiate le esigenze e il modo di comunicare dei cittadini. Sono proprio loro a chiederci una figura a cui fare riferimento per tutte le questioni inerenti alla Polizia urbana».

Soddisfatto il sindaco Maurizio Marello: «L’incremento della sicurezza era uno degli elementi emersi nel corso degli incontri tenuti a gennaio in merito alla realizzazione del nostro programma. Il Vigile di quartiere rappresenta una figura importante, destinata a operare come cerniera tra i cittadini e l’Amministrazione comunale a molteplici livelli».

Roberto Buffa

Chiesta anche più illuminazione

Nella loro missiva i componenti del Comitato di quartiere chiedevano anche interventi volti a migliorare l’illuminazione, visto che le zone più soggette a essere teatro di fatti di microcriminalità sono proprio quelle dove è anche più scarsa l’illuminazione. Anche su questo fronte l’Amministrazione albese si è impegnata a reperire le risorse necessarie a finanziare alcuni interventi, fermi restando gli stretti vincoli imposti dal Patto di stabilità.

ro.bu.

Presidio in corso Langhe dal 2001

«L’esperienza del Vigile dei quartiere – spiega il comandante della Polizia urbana Antonio Di Ciancia – nasce ad Alba il 6 marzo 2001, prima nel quartiere Moretta, seguito dal Piave l’anno successivo, ed è sata estesa anche al quartiere MussottoBiglini nel 2004. Il lavoro degli agenti quartieristi si integra con quello svolto dal Corpo di Polizia municipale e per avere una visione d’insieme la centrale operativa coordina tutte le attività della giornata».

b.b.

 

I RESIDENTI: «L’AGENTE È UNA PRESENZA RASSICURANTE»

Alba. Il vigile di quartiere non è solo una presenza di vigilanza sulle strade e sulla sicurezza dei cittadini e dei commercianti della zona, ma anche un soggetto completamente inserito nel tessuto sociale che raccoglie le istanze e le lamentele dei cittadini, assicurando il proprio interessamento cercando di ottenere la soluzione dei problemi. «È una presenza rassicurante sul quartiere – è l’opinione più diffusa tra i cittadini già abituati alla presenza dell’agente – una specie di consulente, con compiti anche di tipo preventivo ed educativo». Quali i risultati di questi tre anni? Ascoltiamo la voce dei due vigili “storici”. _

ROBERTO DELAITI, PIAVE

Alba. «Inizialmente venivo percepito in un ruolo unico un agente di sorveglianza locale, soprattutto in tema di viabilità, successivamente le persone hanno colto aspetti diversi della mia funzione, derivati da una conoscenza più approfondita dei problemi, cercando di costruire un rapporto di fiducia con i cittadini. Il Vigile di quartiere non si occupa solo di circolazione stradale, ma sempre più spesso vengo interessato da problematiche di tipo sociale: alcune volte devo assumere il ruolo di mediatore nei conflitti sociali o di confidente dei cittadini. Non è sempre facile conciliare i compiti: da una parte c’è il poliziotto che fa contravvenzioni e dall’altra una sorta di confidente che recepisce le problematiche del cittadino. Affinché il Vigile di quartiere possa svolgere nel modo più efficace le sue funzioni è necessario che anche i cittadini contribuiscano, garantendo la loro collaborazione. Il lavoro degli agenti di Polizia locale non è mai vessatorio, lo scopo è quello di fare rispettare le regole, per una maggiore sicurezza di tutti. Alla base occorrerebbe un maggiore senso civico».

b.b.

SARA ZAVATTERI, MORETTA

Alba. «Le sanzioni rispetto al primo anno di lavoro sono notevolmente diminuite. È stata fatta una costante campagna di sensibilizzazione nel rispetto di certi doveri, come per esempio il disco orario che permette un sosta più facile. Abbiamo anche intrapreso una fitta campagna di sensibilizzazione per i proprietari dei cani affinché raccolgano le deiezioni dei propri animali. L’argomento provoca nei quartieri sempre più discussioni che spesso sono ragione di tensione fra i cittadini. Purtroppo se siamo in divisa è difficile sorprendere i possessori di cani che non rispettano le regole; per questo pensiamo che una campagna di vigili in borghese sia la soluzione ottimale. Il ruolo che ci compete è soprattutto di umanità e di una certa elasticità, privilegiando la prevenzione e la dissuasione prima ancora di estrarre il libretto delle contravvenzioni. I risultati, come accennato, non sono mancati. C’è da aggiungere che il quartiere è molto vasto per cui non è possibile presidiare contemporaneamente tutte le vie. Per garantire comunque la nostra presenza ci siamo suddivisi i quartieri in zone che costantemente vigiliamo».

b.b.

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