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La primavera del Borgo nel segno di Romano Levi

NEIVE “La primavera del Borgo” è la festa che Neive dedica a uno dei suoi concittadini più illustri, il “grappaiolo angelico” Romano Levi, e a sua sorella Lidia, per ricordare la figura e il lavoro di un personaggio che ha fatto della distillazione della grappa un vero culto.

Domenica 28 si aprirà con un incontro in ricordo di Levi, alle 10.30, nella sala comunale. Più tardi aprirà il museo “Casa della donna selvatica” e sarà inaugurata la prima mostra- mercato delle bottiglie storiche di Romano Levi. Alle 11.30, si terrà la presentazione del libro Il gusto del Piemonte, curato da Laura Traviani e Vera Lo Nardo. La giornata sarà dedicata all’enogastronomia a cominciare dalle 12 con l’aperitivo in musica, per proseguire con l’apertura del “ristorante a cielo aperto” con vari punti di assaggio che si snoderanno per le vie del suggestivo centro storico, dove si potranno degustare, per tutta la giornata, i prodotti tipici in abbinamento ai quattro vini di Neive (Barbaresco, Barbera, Dolcetto e Moscato).

Con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di Levi, durante tutta la giornata sono state ideate alcune iniziative, tra cui “Come si fa la grappa?”, con dimostrazione pratica dei procedimenti di distillazione, mentre dalle 14 alle 18, ogni ora, sarà organizzata una visita guidata alla storica distilleria di Romano Levi. Sarà inoltre possibile ammirare un’esposizione delle bottiglie di grappa Levi con le etichette disegnate dai bambini delle scuole di Neive.

“La primavera del Borgo” non è solamente promozione dell’enogastronomia, ma anche valorizzazione della cultura e a tal proposito sono state pensate due iniziative particolarmente interessanti. Sabato pomeriggio, alle 17, nella sala comunale, sarà presentato il libro I trafficanti di ossa, di Adriano Poncellini, con l’intervento di Donato Bosca e del sindaco di Neive Luigi Ferro. Nell’aula magna della Scuola di arte bianca, a cura degli alunni della classe IA della scuola secondaria di primo grado di Neive, saranno esposti, riportati alla luce da polverosi archivi familiari, quaderni, pagelle, libri e altri oggetti scolastici, appartenuti ai nonni. L’iniziativa nasce nell’ambito di un lavoro legato alla scuola del passato, che sfocerà nello spettacolo teatrale Cara scuola, liberamente ispirato all’omonimo libro di Maria Tarditi. «Quest’anno i ragazzi del laboratorio teatrale si sono confrontati con la scuola del passato – spiega Loredana Dova, una delle insegnanti coinvolte nel progetto – per capire meglio le differenze tra la scuola di ieri e quella di oggi e di come sia cambiata, riuscendo a stabilire confronti, analogie e differenze tra il mondo di ieri e quello di oggi». La dirigente dell’Istituto comprensivo di Neive, Sandra Cane, invita tutti a visitare la mostra, «ottimo spunto di riflessione sia per chi ha vissuto la scuola del passato, sia per chi, come i ragazzi, sta crescendo nell’era digitale».

Silvana Fenocchio

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