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Marello è pronto per il bis

ALBA Spiega di aver preso coscienza di recente dell’importanza della comunicazione web, tanto d’aver allestito personalmente la sua pagina Facebook, madre Teresa di Calcutta come immagine, centinaia di amici – per ora – a rilanciare le sue parole. Maurizio Marello – avvocato, 4 figli di 5, 10, 12 e 13 anni, Eugenio, Eloisa, Ester e Damiano, avuti dalla moglie Teresa – si prepara al 2014, quando si ricandiderà alla poltrona più “pesante” di piazza Duomo. Sono passati quattro anni dalla vittoria del centro-sinistra, che ha sconfitto Carlo Castellengo, scompaginando le certezze del campo avverso, guidato per due consiliature da Giuseppe Rossetto.

Perché si ricandida, avvocato Marello?
«Una premessa: ho voluto condividere la scelta – che vivo come un servizio – prima di tutto con la mia famiglia, come ho fatto nel passato. Spero che le inevitabili assenze siano sostituite dal clima di apertura alla comunità che si vive in casa. Dal punto di vista politico la mia è stata un’esperienza straordinaria. Penso di essere il primo Sindaco dal dopoguerra ad aver fatto i conti con una crisi tanto profonda. Nonostante questo, io e la mia squadra non ci siamo arresi e abbiamo portato avanti il nostro programma. Abbiamo lavorato molto, seminato, guardando al futuro. Il prossimo mandato ci consentirà di portare a termine gli impegni avviati».

Si ripresenterà con tutta la sua squadra?
«Mi auguro di sì. Il lavoro di gruppo è stato fondamentale e ha segnato una netta discontinuità con il passato».

L’opposizione le ha creato problemi in questi anni?
«Ho la sensazione che ne esistano due: una consiliare, che non ha avuto linearità di condotta, e un’altra sui giornali, dove sono apparsi commenti risentiti fine a se stessi. Il centro-destra non ha ancora elaborato il lutto della sconfitta di quattro anni addietro, il Pdl si è frantumato, le liste civiche sono scomparse. Il rischio è di passare da una campagna elettorale all’altra, senza il necessario dibattito».

Lei ha puntato sull’etica di governo. Quanto viene pagato il Sindaco di Alba?
«2.200 euro netti al mese, un assessore 900. Ci siamo ridotti gli emolumenti due volte in questi anni. Oggi gli amministratori costano alla comunità un terzo in meno rispetto al passato. Inoltre, sul fronte della spesa, siamo stati oculati, eliminando il superfluo, quasi del tutto le consulenze e tagliando sulle società partecipate. Dal punto di vista del metodo, proprio nel momento in cui altrove sono emersi gli scandali della politica, ad Alba la trasparenza ci ha guadagnato consenso. L’etica è stata per la mia amministrazione la questione centrale».

Il risultato di cui va più fiero?
«Aver azzerato il debito, pagando 10 milioni di mutui anticipatamente e intanto investendo in opere pubbliche in tempi difficili. Alba, città a debito zero, è anche uno dei pochi – 127 su 8 mila – Comuni virtuosi d’Italia. Inoltre, ha un nuovo Piano regolatore, che attendeva da decenni».

Citi le opere pubbliche più importanti del suo mandato.
«Piazza San Paolo, l’ampliamento del cimitero, la riqualificazione di piazza Garibaldi, i lavori alla Maddalena. Ma l’elenco sarebbe lungo, perché bisognerebbe parlare anche di Alba città europea dello sport, del risanamento dei conti di Apro, del lavoro per vivacizzare la città in tutti i periodi dell’anno, dei fondi per gli anziani non autosufficienti e per i Centri di attività per minori, dell’ampliamento della piscina e della rete dei Vigili di quartiere e di molto altro ancora…».

Sono stati gli anni dei tagli statali al welfare. Il centrodestra ha chiesto di destinare più fondi al sociale.
«L’assessore Mariangela Roggero Domini ha impostato un grande lavoro sulle politiche familiari, dell’abitazione e dell’assistenza, che abbiamo portato avanti anche in sua assenza. Per fare qualche esempio, abbiamo acquistato case per gli sfrattati e ristrutturato i minialloggi per gli anziani. Il Comune ha inoltre supportato con finanze proprie il Consorzio socio-assistenziale».

L’ambiente le pare importante?
«Alba – come ha anticipato Gazzetta – avrà a breve un Piano regolatore per le politiche ambientali, attraverso l’adesione al Patto europeo dei sindaci. Intanto, abbiamo aumentato la raccolta differenziata dei rifiuti dal 43 al 62 per cento, messo a punto l’isola ecologica, il mercato della terra, le case dell’acqua; presto partiranno i lavori per il rifacimento delle fognature dei corsi Europa e Piave e, a cura di Egea, quelli per il risparmio energetico negli edifici pubblici».

Ci sono polemiche in corso su Vinum, Sindaco.
«Eppure i numeri del turismo sono in crescita costante, nonostante la crisi globale. Il settore, grazie a un grande lavoro di squadra, è la seconda industria dell’area, dopo Ferrero, con 4 mila addetti».

Perché avete ritoccato al rialzo Imu e Irpef?
«Appena avviata, quattro anni addietro, l’Amministrazione ha affrontato e risolto il tema dei pagamenti ai fornitori. Alba non ha arretrati con le aziende. Nel periodo i finanziamenti dello Stato sono stati tagliati del 70 per cento, ma non abbiamo rinunciato a investire . L’Imu è lievemente aumentata per la seconda casa, passando dallo 0,76 allo 0,81 per cento, mentre l’Irpef è stata incrementata per fasce di reddito, passando dallo 0,30 allo 0,40 (e fino allo 0,60). In questomodo abbiamo recuperato 600 mila euro. Non potevamo farne a meno».

Sente di aver mancato qualche obiettivo? «Siamo stati “condizionati” sul tema dei trasporti. Per l’autostrada saremo a Roma nei prossimi giorni a chiedere il rispetto degli impegni. Vediamo qualche spiraglio positivo con l’annunciata elettrificazione della tratta ferroviaria Alba-Bra, che permetterà collegamenti migliori con Torino, ma i tagli della Regione sul trasporto pubblico hanno bloccato i progetti per la città. Inoltre, la pervasività della crisi ha molto pesato e il Patto di stabilità non ci ha permesso di dare il via a taluni cantieri – la scuola della Moretta e la pedonalizzazione del centro – per i quali abbiamo le risorse in cassa».

C’è chi la rimprovera di aver comunicato poco quanto ha fatto.
«Ho dato costante ascolto agli albesi, come avevo promesso. È stata una grande esperienza, forse la più bella e un modo di comprendere i problemi delle persone».

Un’altra esperienza gratificante?
«Il conferimento della cittadinanza agli stranieri. Un’emozione intensa, che mi ha convinto del fatto che la legge attuale va cambiata».

I rapporti con la Giunta?
«Improntati al rispetto degli equilibri e del buonsenso. Ho scelto in totale autonomia laddove è stato necessario. L’esperienza positiva è però stata segnata dalla malattia di Mariangela Roggero Domini, che ci manca molto sotto il profilo umano e amministrativo».

Alba è cresciuta?
«In termini generali, sì. Inaspettatamente la congiuntura economica negativa, che si è avvertita forte negli ultimi tempi, ha rinsaldato i legami, ha permesso di stringere nuovi rapporti. Appare determinante il lavoro delle associazioni, delle parrocchie, del volontariato».
Maria Grazia Olivero

 

L’INTERVISTA 2 – La politica non è adeguata all’entità dei problemi

Come giudica la situazione politica nazionale?
«Sono preoccupato per la situazione reale del Paese. La crisi pesa  su aziende e famiglie anche ad Alba, pure se il tessuto ha tenuto  più a lungo che altrove e forse è in grado di reagire  meglio e prima di altri nella ripresa, ma non  vedo ancora l’impegno straordinario che occorre  per riemergere. La politica non è adeguata  all’entità dei problemi».

Se lei fosse al Governo, quali priorità  avrebbe?
«Il lavoro e la rinegoziazione del Patto di  stabilità con l’Europa per permettere di  iniettare liquidità nella nostra società. Oggi  siamo deboli in un contesto  europeo che guarda solo ai  meccanismi finanziari».

Il Sindaco con il Piano regolatore.



Il Pd è il suo partito. Deluso?  «La delusione è scontata per i livelli alti.  Ma accade per la politica quanto accade  per la società. Esistono due Paesi, quello  reale, sano, fatto di realtà locali – e qui il  Partito democratico è un vero partito – e il  Paese formale, lontano dalle persone, dove  anche il Pd è assente. Il partito ha inanellato errori  macroscopici, mandando all’aria un’occasione  storica per l’Italia».

Ha “tifato” per Bersani o per Renzi?  «Arrivo dall’esperienza del Partito popolare e  mi sono sempre ritrovato nel nuovo, tanto  che a suo tempo ho sostenuto Letta, condividendone  il cattolicesimo sociale. Bersani è  andato bene fino alle primarie, poi ha commesso  gravi errori. Renzi gode di molta popolarità  e forse ha permesso di contenere il  fenomeno Grillo, ma con l’attuale legge elettorale  resta da dimostrare se sarebbe riuscito  a ottenere la maggioranza in Senato». m.g.o.

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