Alba, Cuneo e Savigliano unite per salvare le sedi universitarie decentrate

ALBA I sindaci di Cuneo, Alba e Savigliano Federico Borgna, Maurizio Marello e Sergio Soave hanno commentano la decisione della Provincia di uscire dalla convenzione per il funzionamento dei corsi universitari insediati nella Granda. «L’Amministrazione provinciale ha compiuto un atto che, nonostante tutte le acrobazie dialettiche messe in campo, ha un solo significato: l’abbandono dell’Università, la chiusura di un’esperienza con oltre venti anni di vita alle spalle. Come Comuni che ospitano corsi universitari Esami al liceo Govonedobbiamo lamentare il pervicace atteggiamento della Provincia che, nonostante infondate affermazioni in contrario, ha sempre rifiutato un confronto serio su un tema che, oltre ad avere significativi riflessi sui bilanci dei nostri enti, coinvolge l’avvenire dei circa 2.000 giovani iscritti ai corsi oggi attivi nel cuneese. Dice la Presidente della Provincia che non devono esserci preoccupazioni, perché le cose andranno avanti lo stesso. È del tutto impossibile che così sia. Il venir meno del sostegno economico della Provincia mette in crisi tutto l’impianto su cui finora si è retto (su impulso primario e benemerito della Provincia stessa, va sempre ricordato) il sistema delle sedi universitarie sul nostro territorio. Rischiano di andare in fumo decine di milioni di euro spesi per la ristrutturazione e l’adeguamento delle sedi. Rischiano di cadere nel nulla gli sforzi di quanti assieme a noi (e in primo luogo le fondazioni delle casse di risparmio di Cuneo e Savigliano e la Camera di commercio) hanno investito milioni di euro per creare un corpo di insegnanti, dediti alla didattica e alla ricerca. Rischiano di andare in fumo anche i consistenti ritorni economici che l’insediamento universitario aveva cominciato a generare. Rischiano, soprattutto, di svanire le speranze di tanti giovani che vedevano in questi poli didattici la possibilità, altrimenti difficile, di compiere studi di livello universitario. Non vogliamo che tutto ciò avvenga. Siamo pronti a compiere ogni sforzo che rientri nelle nostre possibilità per evitarlo. Ringraziamo l’Università di Torino che ha dato importanti segnali di voler marciare nella stessa direzione. Chiediamo ancora una volta alla Presidente della Provincia di accettare di sedere a un tavolo in cui ci si possa parlare con chiarezza e senza alcun pregiudizio. Pensando unicamente al bene della nostra gioventù e all’avvenire della Granda».

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