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Il Festival di Cannes raccontato da Gazzetta d’Alba

CANNES (Francia) Cannes 2014 ci guarda di sottecchi, da sotto un paio di occhiali scuri, e ha il volto di un Marcello Mastroianni. L’anno è il 1960, il film Otto e mezzo di Fellini, già allora un’icona del cinema italiano, e fa piacere all’orgoglio nazionale (quel poco rimasto…) sapere che il festival più importante del mondo l’abbia scelto come immagine della sua 67.a edizione.

L’Italia di oggi sarà invece presente nel concorso ufficiale con Le meraviglie di Alice Rohrwacher, film interpretato dalla sorella della regista, la più nota Alba, e dedicato all’Italia delle campagne, del ritorno alla terra, della provincia come luogo creativo; nel Certain regard con la nuova regia di Asia Argento, Incompresa; e nella Semaine de la critique con Più buio di mezzanotte di Sebastiano Riso.

Per il resto, Cannes si conferma il luogo del cinema d’autore con la maiuscola, la manifestazione dove si ritrovano quasi tutti i nomi che contano a livello artistico: dal Cronenberg di Maps to the Stars, subito in uscita nelle sale, agli immancabili fratelli Dardenne di Deux jours, une nuit, in gara per la terza Palma d’oro; dall’altrettanto immancabile Ken Loach (Jimmy’s Hall), all’altro grande regista inglese Mike Leigh, che in Mr. Turner mette in scena la vita del pittore William Turner; dai francesi Assayas (Sils Maria), Bonello (Saint Laurent) e Hazanavicius, che dopo The Artist torna con The Search, agli americani Tommy Lee Jones, con il western The Homesman, e David Miller, con la possibile sorpresa Foxcacher.

A giudicare i tanti titoli in concorso sarà la giuria guidata da Jane Campion, che a Cannes vinse nel 1992 con Lezioni di piano: da allora di tempo ne è passato parecchio, ma i festival non sembrano cambiati molto. Il cinema sì, invece, il cinema ad esempio non ha più la pellicola, si fa con il digitale e convive con Internet, ma manifestazioni come Cannes sono rimaste quell’universo di distanza e splendore che erano anche allora.

Dopo la partenza di un grande evento come questo, inaugurato da Nicole Kidman (che ha presentato, non senza polemiche, Grace, il film sulla regina del Principato di Monaco) e in attesa di Matt Damon, Viggo Morthensen, Marion Cotillard, Robert Pattinson, Kristen Stewart, Ryan Gosling e di tutta una serie di autori grandi (uno su tutti, Jean-Luc Godard) e piccoli, ci si pone sempre lo stesso dilemma: l’arte deve essere per tutti, con il rischio che non sia compresa, o per pochi, con il rischio che si disperda?

I festival, in definitiva, dovrebbero servire da collante, unire cioè gli addetti ai lavori e gli spettatori, e forse sarebbe buona cosa cominciare proprio con la visione di Le meraviglie: uscirà in sala il 22 maggio, e bello o brutto che sia (al momento non l’abbiamo ancora visto) merita la fiducia di tutti. Sembra dirlo dalla locandina di Cannes numero 67 anche Mastroianni, con quegli occhi convincenti a cui nessun ha mai saputo resistere…

Roberto Manassero

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