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Un’alleanza locale per le politiche familiari

Le politiche di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro rappresentano per un territorio un vero e proprio fattore di sviluppo competitivo. Aziende, famiglie, singole persone sono maggiormente propense a scegliere i luoghi in cui investire risorse oppure dove vivere e crescere i propri figli in funzione dell’efficienza e del grado di integrazione dei servizi di welfare. Nel nostro Paese il tema del bilanciamento tra il lavoro e il resto della vita è di fatto scaricato sulle spalle delle aziende e delle famiglie. Il sistema degli asili nido, cardine della politica di conciliazione, presenta una situazione disomogenea con servizi di solito molto costosi. Basta fare un giro sui siti dei maggiori Comuni della provincia di Cuneo per rendersi conto delle differenze sia di tariffe sia delle caratteristiche dei servizi pubblici. Sarebbe interessante che le “sette sorelle”, quasi tutte prossime al rinnovo amministrativo, provassero a ragionare sulla creazione di “distretti della conciliazione”. Alba potrebbe promuovere alleanze tra pubblico, privato e terzo settore con l’obiettivo di abbassare le tariffe, aumentare la copertura territoriale, oppure progettare sistemi di flessibilità tali da rendere i servizi fruibili da un maggior numero di lavoratrici e lavoratori.
 Alessandro Prandi, Alba

 Il tema della conciliazione tra lavoro e tempi di vita è di grande importanza per le nostre famiglie. La situazione è ancora più problematica a causa della crisi. I costi per l’asilo nido sono sempre più difficili da sostenere. D’altra parte oggi tenere stretto il posto di lavoro è indispensabile, quando tanti non ce l’hanno più o rischiano di perderlo. A questo si aggiunge il problema dei posti disponibili, troppo pochi rispetto alle richieste. Le regole di ammissione agli asili nido sono inoltre molto diversificate, così come le tariffe. Spesso ci si basa sull’Isee, anche se diverse esperienze indicano nel cosiddetto “Fattore famiglia” uno strumento molto più efficace. Comunque sia, credo che stiamo pagando lo scotto di politiche nazionali che non hanno mai considerato la famiglia, diversamente da altri Paesi europei. Le famiglie italiane stanno portando il peso della crisi, che avrebbe conseguenze più gravi se non ci fossero, ad esempio, i nonni, i risparmi messi da parte, l’aiuto reciproco e così via. È ora che si cominci a fare qualcosa sul serio, partendo proprio dalle politiche locali.

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