Vendemmia 2014, il rebus continua

Niente di nuovo sul fronte climatico: si potrebbe dire parafrasando un famoso libro di Remarque. Dopo il resoconto tracciato a fine luglio speravamo che il mese di agosto potesse finalmente portare un po’ di caldo. Invece, la situazione è rimasta come prima.

Nel frattempo, il gruppo degli organismi tecnici e istituzionali coordinati dal Laboratorio Enocontrol ha iniziato i prelievi per il controllo della maturazione, e i dati analitici delle prime tre settimane di lavoro sui vitigni precoci confermano che siamo di fronte a un’annata che, partita in fretta, si è poco per volta trasformata in tardiva.

Un vecchio proverbio piemontese dice Nàada tardija, màj marija (annata tardiva, mai cattiva). In effetti, spesso è stato così. Staremo a vedere se anche quest’anno il proverbio avrà ragione.

Anche agosto alterno. Per adesso, ciò che possiamo dire è che anche il mese di agosto ha proseguito sullo stesso cliché dei precedenti, alternando giorni belli ad altri perturbati, portando molta acqua e aumentando il livello di umidità nel terreno e nell’aria.

L’invaiatura, in effetti, non si è avviata in ritardo: i primi cambi di colore sugli acini c’erano stati ancora a luglio, ma ciò che ha diversificato l’annata 2014 è stata la lunga durata dell’invaiatura, prima che tutto il grappolo e tutti grappoli di una pianta avessero preso il colore che tende al maturo. A quanto pare, l’accumulo termico non sarebbe stato finora molto inferiore al 2013, ma le varietà precoci – nelle varie fasi di controllo – hanno segnato una ricchezza zuccherina ancora limitata.

Bisognerà aspettare ancora prima di cominciare la raccolta delle uve. Qualcuno ha iniziato, ma poi ha dovuto interrompere le operazioni, in vista di accumuli zuccherini maggiori. In alcuni casi, poi, si è messa di mezzo anche la grandine a rafforzare i problemi. In particolare, la zona del Barolo è stata quella più colpita, ma qualche strisciata di grandine ha colpito qua e là anche altre aree.

Come sarà la qualità? Diversamente dagli altri anni, finora non abbiamo sentito pronunciamenti trionfalistici. Tutti sono lì che aspettano l’evoluzione degli eventi per dare la loro sentenza. Un dato è certo: nel 2014 torneranno di moda i crù e i sorì, ovvero le posizioni migliori dove si avranno risultati più soddisfacenti rispetto alle parti meno esposte.

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Ma anche l’atteggiamento professionale e metodico dei viticoltori farà la differenza. Chi ha trattato con tempestività, ha accompagnato lo sviluppo vegetativo con pratiche agronomiche accorte, chi poi saprà bene interpretare le necessità della pianta nella fase di maturazione, raccoglierà i grappoli migliori.

È probabile che ci saranno differenze tra i vitigni precoci e i tardivi: le uve che maturano prima, probabilmente, non potranno ripetere i risultati qualitativi degli ultimi anni, ma la vendemmia al momento giusto e una cernita rigorosa potrebbero consentire di produrre vini di sicuro interesse. Nulla di compromesso, invece, per le varietà tardive, in particolare il Nebbiolo, che potrebbe beneficiare – se ci sarà – di un periodo di bel tempo, come già in effetti era avvenuto nel 2002.

Certo è che quest’anno non avremo le punte di gradazione alcolica degli ultimi tempi. L’obiettivo dovrebbe essere quello dell’equilibrio. E in questo il viticoltore potrà fare molto se saprà mettere a frutto la sua esperienza e le sue buone pratiche.
 Giancarlo Montaldo

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