La New Babylon di Constant nacque ad Alba

Pier Giorgio Gallizio con Constant Nieuwenhuys e la moglie

MADRID Il museo Reina Sofia ospita la mostra dedicata all’architetto amico di Pinot Gallizio
Il Museo central Reina Sofia dedica – sino al 29 febbraio – una mostra all’utopica città di New Babylon di Constant Nieuwenhuys (1920-2005). Un progetto che l’architetto e artista olandese sviluppò tra il 1956 e il 1974. È considerata utopia ma il suo punto d’origine è reale ed è albese. New Babylon, Nueva Babilonia ora a Madrid, nasce nel 1956 quando Constant venne ad Alba e incontrò Pinot Gallizio.

Pier Giorgio Gallizio con Constant Nieuwenhuys e la moglie
Pier Giorgio Gallizio con Constant Nieuwenhuys e la moglie

New Babylon cos’è? È la città del futuro, è lo spazio da abitare senza seguire le regole dell’ordine già dato ma fondata sulla società ludica sviluppata dall’Internazionale situazionista dove l’individuo si libera dalla schiavitù del lavoro per ricreare, coscientemente, con il libero gioco, un ambiente in cui la soddisfazione dei bisogni sia dato di fatto mentre l’incontro e la condivisione degli spazi seguano il principio del disorientamento. Un modello urbanistico per l’uomo nuovo del secondo dopoguerra, una città immaginata per i nomadi che si declina al mondo contemporaneo e anzi diventa modello per la società sedentaria del boom economico. New Babylon è la città universale, capace di trasformarsi con l’errare del suo cittadino che la ricrea muovendosi al suo interno, lo spazio urbano si ramifica per andare incontro alle esigenze “nomadi” insite in tutti gli uomini. Lo sviluppo avviene attraverso settori tematici che si dipanano dalle unità di base per una colonizzazione ragionata del territorio.
Al Reina Sofia conoscono già Pinot Gallizio: L’Antiluna, dipinto nel 1957, è esposto nella collezione permanente e quando Pedro G. Romero, incaricato dal museo di indagare le radici gitane del progetto, venne a trovarci nel caldo agosto albese, è apparsa subito l’attenzione filologica e storica che la mostra avrebbe avuto.
Nel 1956 Gallizio parte dai principi della nuova Costituzione italiana per far rispettare i diritti umani dei sinti piemontesi. In Consiglio comunale ad Alba, solleva il dubbio che si sia combattuto tanto per la nostra libertà per negarla pochi anni dopo alla società nomade. >Non manca il dibattito locale, testimoniato da Le nostre tòr e Famiglia cristiana, esempio di ciò che succede ancora oggi su scala internazionale.
Alba fu il detonatore, Pinot Gallizio accese la miccia. Constant viveva in Francia e certo conosceva già la tradizione gitana, soprattutto musicale, ma è qui che incontra le comunità con cui Pinot ha aperto un dialogo «creativo». Vi sono poi Asger Jorn (fu lui a invitare Constant ad Alba) e Guy Debord, fondamentale teorico del gruppo che coadiuvò Constant nella definizione dei principi di base di New Babylon.
Grazie all’Archivio Gallizio di Torino, Alba è in mostra a Madrid con i documenti della Famija albèisa, gli scatti fotografici di Aldo Agnelli al campo nomadi e il ritratto di Gallizio “re degli zingari”. Una carrellata familiare, lo stesso materiale d’archivio è presente anche al centro studi Beppe Fenoglio riprodotto in “Spazio Gallizio”. Poi le fotografie scattate nella sala del Consiglio comunale, il primo Congresso degli artisti liberi.
Oggetto prezioso è il primo progetto di New Babylon, la prima maquettes (modellino) che l’architetto aveva fatto per il campo nomadi di Alba. I dipinti, esercizi dell’artista Constant, sorprendono: Prove di colore I-II (Alba), Senza titolo (Alba), Città (Alba). Le radici del suo lavoro successivo sono partite da una città che stava vivendo un’importante trasformazione e quel clima di fervore culturale contagia, ispira, alimenta.
Il progetto esce dalla città delle torri, la nostra, e Constant lo sviluppa e adatta a diversi tessuti urbani come Amsterdam, Barcellona, Siviglia, in un gioco tra architettura e composizione artistica sempre più sublimato. L’alto livello espositivo permette di capire Nueva Babilonia entrando nelle pieghe della sua filosofia. Dagli inizi nomadi di provincia ad Alba sino alla sua massima articolazione sulle metropoli del Nord Europa.
È un privilegio camminare nelle splendide sale allestite per richiamare l’esposizione al Politeama Corino, Tous le toiles son gara(n)ties cotton pure riprodotta sulle alte pareti di Palazzo Sabatini, percepire il filo rosso di New Babylon e scoprire Alba come Constant la vide tra il 1956 e il 1958.
Ad Aldo Agnelli ho fatto vedere le immagini delle sue foto a Madrid. Si è fatto una risata: «Nello stesso museo di Guernica; adesso sono internazionale anche io».
Il primo modello per l’accampamento Pinot Gallizio di Alba si fa ammirare in mostra ma se ne trova traccia sul lato del centro studi Beppe Fenoglio, lungo via Manzoni, in Neverwhere. L’artista Cosimo Veneziano per il progetto Local Art della fondazione Crc cita Constant nelle linee del suo disco di marmo nero.
Bianca Roagna,
centro studi Beppe Fenoglio

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