«Salviamo le aree tartufigene di Langhe e Roero»

«Salviamo le aree tartufigene di Langhe e Roero»

ALBA Il 14 aprile 2016 si è tenuta ad Alba l’Assemblea dell’Unione delle associazioni trifulau piemontesi.

Nel corso della seduta si sono svolte le votazioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Agostino Mario Aprile è stato confermato nella carica di Presidente dell’Unione. La carica di Vicepresidente è andata a Giancarlo Bressano, ad Carlo Olivero è stata assegnata la carica di Segretario, mentre Paolo Carretto è stato nominato Revisore dei Conti. Nella stessa seduta sono stati eletti quali rappresentanti delle Associazioni Tartufai in seno alla Consulta Regionale, Giacomo Carpignano e Luca Bannò.

Nel corso della riunione sono stati affrontati i temi e la problematiche più importanti che riguardano il mondo del tartufo in Piemonte. Le 10 Associazioni presenti nella nostra regione lanciano un vero e proprio grido di allarme sul futuro del patrimonio boschivo tartufigeno che si sta riducendo di anno in anno in modo drammatico, al punto da temere una perdita quasi totale in molte aree delle province interessate. Dobbiamo constatare con rammarico che non c’è stata la sufficiente attenzione da parte degli enti interessati per la salvaguardia delle piante da tartufo, che sono la base per il mantenimento di un prodotto che costituisce una delle più preziose peculiarità del territorio piemontese. La Città di Alba ha dato il nome ad un prodotto che è conosciuto ed apprezzato nel mondo intero, il “Tartufo Bianco d’Alba”. Un prodotto che costituisce un elemento trainante per molti settori dell’economia locale, in particolare per quello turistico ed enogastronomico.

Abbiamo fatto a sufficienza per mantenere e incrementare le aree che producono il tartufo nella nostra regione? La risposta purtroppo è no. E’ necessaria un’inversione di tendenza e prendere coscienza che il depauperamento del nostro patrimonio tartufigeno è un danno generale, che nel tempo avrà effetti collaterali anche sugli altri comparti dell’attività economica piemontese.

Noi siamo convinti che, con l’impegno necessario da parte di enti e categorie interessate sia possibile mantenere viva questa risorsa, senza per questo intaccare quelle che sono le coltivazioni tradizionali più diffuse sul nostro territorio. Se un buon piatto col tartufo e un buon bicchiere di vino si sposano così bene in tavola, bisogna fare in modo che possano convivere all’origine anche in natura.

Le associazioni dei tartufai stanno dando vita ad appositi vivai di piante tartufigene, per poter fare opere di reimpianto dove si verificheranno le condizioni necessarie, con la collaborazione degli enti locali e dei proprietari terrieri.

L’Unione delle associazioni tartufai ha approvato un documento programmatico, che è stato presentato all’Assessore Regionale Valmaggia, e che costituirà la base operativa dell’Unione  e della Consulta Regionale per i prossimi anni.

Tale documento si può riassumere nei seguenti punti fondamentali.

  • Indennizzo ai proprietari di piante a vocazione tartufigena con l’utilizzo di parte dei fondi derivanti dal pagamento del tesserino regionale, in modo da raggiungere 20\30 euro per pianta conservata e protetta.
  • Revisione e rinnovo delle Commissioni Comunali alle quali compete l’individuazione e il censimento delle piante produttive presenti nei vari comuni.
  • Pagamento per gli anni 2014-2015 ai proprietari di piante, sulla base di un nuovo censimento.
  • Percentuale del 10% del territorio dato in concessone alle tartufaie riservate, calcolato non più su base provinciale ma su base comunale.
  • Inserimento nei piani regolatori comunali di specifiche aree di tutela per le piante a vocazione tartufigena.
  • Mappatura e marchiatura delle piante indennizzate attraverso una sigla regionale.

Le Associazioni dei cercatori piemontesi si sono unite per operare tutte nella stessa direzione: salvare ciò che resta del patrimonio tartufigeno nella nostra regione.

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