Il tributo delle Langhe a Camillo Benso conte di Cavour

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Il castello di Grinzane Cavour

CULTURA
Un leader politico, economico e culturale, questo fu Camillo Benso, conte di Cavour e venerdì 24 febbraio, alle 18, se ne ricorderà la statura internazionale nel convegno promosso dall’associazione La Torre cultura dal titolo Tributo delle Langhe a Camillo Benso, conte di Cavour.

L’appuntamento è nella sala convegni del palazzo Banca d’Alba (via Cavour 4) dove Bruno Ceretto introdurrà il relatore, Marco Fasano, presidente dell’associazione “Amici della Fondazione Cavour” di Santena, a cui sarà affidato il compito di ritrarre la figura dello statista che portò il Piemonte sabaudo per la prima volta a sedere a pieno titolo nei consessi delle potenze internazionali. Era il 1856 quando i rappresentanti di Francia, Inghilterra, Austria e Russia si riunirono a Parigi, per trattare la pace dopo la guerra di Crimea. E c’era anche Camillo Benso, conte di Cavour, allora primo ministro del Regno di Sardegna, che, insieme a Salvatore Pes, marchese di Villamarina, portò sul tavolo anche la questione dell’indipendenza italiana, gettando le basi per quella che sarebbe stata la seconda guerra di indipendenza.

«Il ricordo di Camillo Benso Conte di Cavour era doveroso per questa terra, che lo accolse a Grinzane, ove ha vissuto nell’austero castello dal 1830 circa sino al momento della morte avvenuta precocemente nel1861», sottolineano gli organizzatori. «A Grinzane Camillo Benso venne nominato sindaco sin dal maggio 1832 a soli 22 anni, e mantenne la carica sino al febbraio 1849. Dapprima ufficiale dell’esercito, lasciò la carriera militare per intraprendere numerosi viaggi in Europa ed in particolare Gran Bretagna, Francia e Svizzera».

Cavour è considerato uno dei Padri dell’Italia unita, fu un politico scaltro e abile, oltre che un sagace uomo d’affari e uno dei fautori dell’ascesa del Barolo alla nomea di “re dei vini, vino dei Re”.

Fasano precisa:  «Rientrato in Piemonte nel 1835 si occupò di agricoltura, di attività commerciale e bancaria, diventando uno degli uomini più ricchi del Piemonte. Nel 1847 fondò il quotidiano “Il Risorgimento” e si impegnò nella vita politica, diventando dapprima Ministro dell’Agricoltura, del Commercio, della Marina con il gabinetto D’Azeglio,  poi Ministro delle Finanze ed infine Presidente del Consiglio nel 1852. Una vita intensa, coronata con il ruolo riconosciutogli di Padre della Patria».

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