BANCA D’ALBA “Le cose stanno cambiando, sia dal punto di vista economico che sociale”. Con questo annuncio il presidente di Banca d’Alba, Tino Cornaglia parla ai giornalisti sul bricco Madonna dei Boschi, nascosto tra le colline del Roero.
La location è simbolica, perfetta dal punto di vista paesaggistico eppure isolata, forse a voler comunicare il concetto di “privilegio”.
L’occasione è la presentazione del Bilancio sociale 2016 dell’istituto di credito albese, banca che sembra gonfiarsi anno dopo anno, crescere a dismisura.
Ha proseguito Corino: “Il territorio ha saputo superare la crisi economica, osserviamo oggi incrementi significativi negli investimenti dei nostri soci. Possiamo tirare un sospiro di sollievo e guardare con ottimismo al futuro”.
Un atteggiamento trionfale, che poggia sui numeri comunicati durante l’incontro: dal 2015 al 2016 si è registrato il 5.3 per cento di incremento dei soci, con oltre tremila nuovi ingressi sotto i 30 anni e un totale di 14,182 persone presenti in assemblea.
E ancora: 457 dipendenti, 10 giovani assunti lo scorso anno, 5 centri medici che erogano prestazioni gratuite ai soci (per un totale di 54 professionisti coinvolti e 111mila prestazioni e visite annue erogate).
A questo si aggiunge l’impegno verso enti e associazioni, con 512 interventi erogati in un anno per un totale di 333mila euro, 62 convegni nel palazzo Banca d’Alba di via Cavour e 3mila studenti coinvolti in eventi formativi. “Senza scordare le imprese”, ha concluso Cornaglia. “Nel 2016 abbiamo finanziato 2,409 aziende, con un esborso pari a 190milioni di euro (+11 per cento rispetto all’anno precedente).
Di fronte a questi numeri non possiamo che rimanere tranquilli e ottimisti sul futuro. Senza scordare un’attenzione costante alle spese”. Come ogni Banca infatti, anche quella del territorio genera profitto sui tassi d’interesse dei mutui e sui investimenti. Per mantenere l’impalcatura dei servizi e delle iniziative per lo sviluppo locale, la matematica rimane delicata.
Marco Giuliano