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Marello: «L’azione pubblica è la base della vita civica e tutti sono interessati»

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L’INTERVISTA Dal sondaggio realizzato da Gazzetta sulla percezione della politica emergono vissuti
di rabbia e stanchezza, con poche esperienze positive e molta insoddisfazione. Ne abbiamo parlato con il sindaco Maurizio Marello che sposta il dito sul sovracomunale.

Sindaco, perché le persone sono così disaffezionate della politica?

«Sento di dover fare una distinzione tra quella che può essere la vita politica della nostra città, fatta di consiglieri che svolgono gratuitamente o con rimborsi minimi un compito importante e di una Giunta che opera con uno spirito di servizio. Mettere il politico romano con tutti i suoi privilegi nel calderone di sindaci, assessori o consiglieri di piccole realtà è errato e sono convinto che i lettori puntino il dito contro la politica sovracomunale, che spesso è percepita come lontana e poco attenta alle esigenze dei cittadini».

Il rischio non è che per le malefatte di pochi a livello regionale o nazionale venga messa alla berlina tutta la politica? Il crollo dell’affluenza alle recenti amministrative (non erano politiche) pare lanciare un grido d’allarme.

«Il segnale è preoccupante e non va sottovalutato, ma penso ci sia anche un’altra differenza di fondo che dev’essere sottolineata: i sistemi elettorali via via succedutisi, che hanno portato in Parlamento un esercito di nominati. Errori di gestione che hanno purtroppo causato la totale disaffezione della popolazione per la politica, ma che hanno colpito solo in parte i Comuni, dove vi è la possibilità di eleggere direttamente il sindaco e i propri rappresentanti in Consiglio. Va invertita la tendenza a livello nazionale e regionale per evitare un rischio “contagio”, che già si è verificato nelle recenti elezioni amministrative».

L’inchiesta: cosa significa la politca per la gente

Che cosa è possibile fare per mutare il clima che si è venuto a creare?

«Innanzitutto bisogna cambiare il sistema elettorale, in modo che i cittadini possano tornare
a eleggere direttamente chi andrà a ricoprire ruoli a livello regionale o nazionale. In secondo luogo il politico a qualsiasi livello deve tornare a essere un esempio di virtù morale per i cittadini e non un simbolo negativo dei peggiori vizi».

Sui social, nonostante la disaffezione, la politica tiene banco, perché?

«Perché sono convinto che chi sceglie di non votare, in ogni caso sbagliando, sia un po’ come un amante respinto che non riesce a fare a meno di pensare al proprio oggetto del desiderio. Sono convinto che la politica sia la base della vita pubblica, oggi più che mai e che tutti facciano e vogliano fare politica. Non possiamo vivere senza di lei, come già diceva don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli si chiama avarizia”».

Cos’è la politica, dunque?

«È la spinta a voler far qualcosa per gli altri e per la propria città. È donare gran parte del proprio tempo per individuare la soluzione migliore per il maggior numero di persone. È servizio a favore della collettività tutta».

Marcello Pasquero

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