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Via libera alla variante richiesta da Ferrero, Tcn/Bianco e Dimar

Tre varianti danno un nuovo aspetto all’Alba che produce

ALBA Il consiglio comunale di martedì 20 giugno approva la prima variante strutturale al piano regolatore che vede piccole variazioni in quattro aree cittadine e tre richieste particolarmente importanti: quelle presentate da Tcn-Bianco per il polo di corso Asti, dalla Ferrero e dal colosso della grande distribuzione Dimar.

Approvata una prima volta a marzo, dopo il passaggio in Provincia, la variante torna al vaglio del consiglio per l’approvazione definitiva che arriva all’unanimità. Unica eccezione il consigliere del M5s Ivano Martinetti che esce dall’aula in quanto aveva chiesto di votare a parte il progetto della Dimar riguardo a un terreno a San Cassiano.

Terreno su cui la famiglia Revello, titolare dei marchi Big Store, Mercatò (ex Famila), Maxisconto e Ok Market ha chiesto di poter costruire un nuovo centro commerciale in luogo dell’attuale supermercato di corso Europa che, inserito tra condomini e strada, non avrebbe prospettive di crescita.

Un progetto che parte dal 2005, tornato sul tavolo del sindaco Marello nel 2011. Tra accelerate e battute d’arresto condite da polemiche di residenti e opposizione, i primi lavori erano partiti nel 2014 per fermarsi subito a causa del ritrovamento di un gran numero di reperti storici nell’area.

Dopo anni di stallo Dimar è tornata “alla carica” proponendo un innalzamento del supermercato dai 9 metri previsti ad 11 metri (poco più di 9 rispetto al piano strada di corso Europa), per sopperire all’impossibilità di costruire gran parte dei parcheggi sotterranei previsti. Troppi secondo i consiglieri Martinetti (M5s) e Domenico Boeri (Per Alba).

Positiva l’accoglienza per le opere complementari che dovrebbero prevedere una grande piazza e un’area verde per il gioco e di viabilità perché Dimar dovrebbe realizzare parte del collegamento dalla rotonda della vigna a San Cassiano, in collaborazione con Egea, che da tempo progetta lo spostamento della propria sede in via dell’Acquedotto.

Più condivise le due altre parti di variante, a partire da quella proposta dalla Tcn/Bianco di Giuseppe Bernocco. L’imprenditore cheraschese ha chiesto di poter completare l’area produttiva che oggi misura 30 mila metri quadrati con un nuovo capannone da 12 mila metri quadrati. In questo modo il polo industriale di corso Asti potrà continuare a crescere superando i 50 mila metri quadrati complessivi (contando gli uffici nel “palazzo di vetro”), con importanti ricadute occupazionali. Prevista anche la riorganizzazione dei parcheggi realizzando una nuova area alberata e la chiusura della pensilina alla cima del “Palazzo di vetro” con vetrate.

La variante chiesta dalla Ferrero prevede il cambio di destinazione d’uso di due aree acquistate nel 2015, le zone di completamento C3 e C4 adiacenti allo stabilimento sul lato ovest. Un totale di 12 mila metri quadri di terreno, sui quali in un primo tempo si era pensato l’azienda volesse installare una nuova piattaforma per l’atterraggio degli elicotteri. La destinazione di 9 mila metri quadrati sarà invece produttiva a riprova delle intenzioni della multinazionale albese di voler continuare a puntare sulla città di Alba anche in futuro. . Importante anche la presenza di un canale di scolo tra l’area produttiva e il Tanaro in modo da evitare allagamenti in caso di alluvione, con maggiore sicurezza anche per le case nelle adiacenze dello stabilimento.

Marcello Pasquero

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