Ultime notizie

Acna: ancora dubbi sull’inquinamento dell’area Merlo

Eni: terreni inquinati? Non è colpa dell’Acna

VALLE BORMIDA I risultati delle analisi eseguite sull’area Merlo, il terreno vicino al sito Acna nei pressi del quale circa un anno fa erano state trovate sostanze inquinanti, non hanno sciolto i dubbi sull’origine della contaminazione. I sindaci, visto il tipo di inquinamento, paiono non avere dubbi e lo ritengono legato alle lavorazioni dell’ex azienda chimica. Eni-Syndial, invece, ribadisce che il terreno, ceduto nel 2001 a un privato, essendo esterno al sito non è mai stato interessato da lavorazioni aziendali e che quindi l’Acna non c’entra.

«Le sostanze presenti nei liquami sono identiche a quelle trovate nel sito Acna, ma Eni afferma che il sito è isolato e che non è possibile una fuoruscita di sostanze», afferma il sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco, che però sottolinea come Eni-Syndial abbia previsto lavori nell’area e l’installazione di altri due pozzi di emungimento da aggiungere ai tre già esistenti.

Quello dell’area Merlo è l’ultimo fronte sul quale si è concentrata l’attività degli amministratori locali, dopo la scoperta nella zona di una forte contaminazione che pareva riconducibile alle lavorazioni Acna. Anche nei verbali delle audizioni effettuate a Savona del maggio scorso da parte della commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti (che visitò anche il sito di Cengio) si parla spesso dell’area Merlo. Ma leggere i documenti non chiarisce i dubbi. Anzi, ne fa nascere altri, sia sull’area che su vari aspetti della bonifica.

Commissione parlamentare all'Acna. E in Piemonte rispunta l'inquinamento 1
La delegazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti che a maggio visitò il sito ex Acna.

Davanti alla commissione l’assessore all’ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone ha definito l’area «una nuova fonte di contaminazione sfuggita alla caratterizzazione svolta nei primi anni 2000», sottolineando anche «il ritrovamento di contaminanti tipici delle lavorazioni Acna nelle acque sotterranee delle aree golenali vicino allo stabilimento, che in base al progetto completato dovrebbero essere prive di contaminazione».

Alla commissione il sindaco di Saliceto Enrico Pregliasco ha parlato invece dell’inquinamento riscontrato nell’area dell’ex discarica di Pian Rocchetta, in territorio piemontese, la cui bonifica era stata dichiarata chiusa nel 2009, mentre l’assessore di Camerana Pier Giorgio Giacchino, ribadendo una tesi riportata più volte anche da questo giornale, ha affermato che «un sito di tali caratteristiche e dimensioni non potrà mai essere contenibile». Perplessità sulla bonifica sono state espresse anche dal sindaco di Cengio Sergio Marenco (per 32 anni dipendente Acna), che nell’audizione ha parlato dell’area A1, oggetto di una procedura di infrazione a livello europeo, affemando che «non si sa se è un’area messa in sicurezza o una discarica»

Per Eni-Syndial la commissione ha ascoltato l’amministratore delegato Vincenzo Larocca, il direttore Francesco Misuraca e il responsabile Area nord Michele Troni. Quest’ultimo ha ribadito che l’area Merlo non è mai stata utilizzata per attività industriali, aggiungendo però che dal terreno vengono aspirati 60 metri cubi al giorno di acque che sono trattate nel depuratore interno al sito.

Sulla natura della contaminazione dell’area Merlo ha parlato di fronte ai parlamentari Maurizio Manfredi, dell’associazione Rinascita Valle Bormida, rilevando che la quantità di clorobenzene trovata varia da 3.600 a 17mila microgrammi al litro, quando il limite di legge è di 40 microgrammi, aggiungendo inoltre che, già nel 2012, secondo le analisi eseguite dalla Provincia di Savona, le acque risultavano pesantemente inquinate. «Sono almeno quattro anni che questa situazione era nota. Non c’è un documento che dica come mai in quel punto le acque sotterranee sono inquinate. Ci sono rifiuti interrati sotto la ferrovia o ci sono delle fuoruscite dal sito stesso?», ha affermato Manfredi.

Corrado Olocco

Banner Gazzetta d'Alba