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Con Paolo Tibaldi scopriamo il significato del verbo “Arsenté”

Abitare il Piemontese: con Paolo Tibaldi impariamo il significato di "Suagné"

ABITARE IL PIEMONTESE

Arsenté: Sciacquare, tergere, ripassare in acqua

Ciò che fino a qualche settimana fa sembrava un miraggio, si è finalmente realizzato da ormai qualche tempo. L’acqua è tornata a cadere sulla terra risciacquando, reidratando la vegetazione.

Questa settimana trattiamo proprio una parola, come si suol dire, d’altri tempi. Arsenté, o arsanté che dir si voglia, significa proprio sciacquare per un’ultima volta, ripassare qualcosa o qualcuno sotto l’acqua per tergerlo. Chiaramente è una parola che evoca senz’altro l’argento e la sua limpidezza messa al paragone dell’acqua, ausilio che farà tornare l’entità in questione, pulita, come nuova.

Ripassare nell’acqua piatti o panni dopo averli insaponati o immersi in una soluzione detergente. Lavare l’interno di un recipiente mettendovi dell’acqua e agitandola; svolgere qualche abluzione con una boccata d’acqua che poi si risputa fuori; anche in alcuni usi in senso figurato: pìj ‘ncora ën pussacafé tant pëȓ arsenteme ȓa boca (prendo ancora un amaro tanto per sciacquarmi la bocca).

Ora, ammessa la stimolante fantasiosità di alcuni termini piemontesi, bisogna dire che negli ultimi 15-20 anni vi sono stati neologismi in lingua italiana che faticano a trovare una traduzione quanto meno creativa in piemontese. E così è stato avviato un tentativo, tanto folkloristico quanto soggettivo, per far fronte a queste nuove traduzioni. Per osare qualche esempio, il condizionatore è stato tradotto con “Aria Faussa – e s’et sèi sidà a r’è anco’ pì faussa”; i modernissimi vegani trovano una prudente traduzione in Mangiapra’. Poi c’è un termine che ora va molto di moda ma la sua traduzione piemontese è ancestrale: la famosa “raccolta fondi” è traducibile con “scȓolé ij bȓonsìn”.

A proposito di arsenté… la lavastoviglie come la chiamiamo? Arsènta-ciàp! No, non ho scritto una parolaccia. Per ciàp si intendono le stoviglie, il padellame. Così come quando qualcuno vi borbotta “Romp nen ij ciàp!”, sappiate che è molto meno grave di ciò che immaginate.

 

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