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Diocesi di Alba in lutto: scomparso padre Mario Boffa

Diocesi di Alba in lutto: scomparso padre Mario Boffa

ALBA Padre Mario Boffa, nato ad Alba il 16/11/1932, ordinato presbitero nella nostra Diocesi ha vissuto tutta la sua vita di missionario SMA (Società missioni africane), a rientrato a Genova è tornato alla casa del Padre.

Con uno spirito molto attento padre Mario scriveva : C’è un proverbio che la dice lunga e che gli Africani amano ripetere a chi si avventura in giudizi affrettati sulla loro realtà: “Il forestiero ha grandi occhi. Può spalancarli, ma non vedrà mai quello che si passa al villaggio di notte”.

In Costa D’Avorio a Issia, dove ha vissuto a lungo, dieci anni fa così descriveva la sua giornata tipo: “In parrocchia passavo un tempo notevole nei villaggi, dov’è importante fermarsi anche la notte. Da 11 anni sono in seminario con gli orari affissi in bacheca. Preghiera personale alle 6 del mattino, animazione liturgica a turno, quattro ore di scuola la settimana e molto accompagnamento spirituale. Le domeniche con i seminaristi nei villaggi della parrocchia. Ma i 75 anni cominciano a pesare”.

Padre Mario Boffa era legatissimo alla nostra Diocesi, ha incontrato molte comunità ed era amico fraterno dei preti di Alba.

Attento al dibattito sul cambiamento della Missione in paesi che passano con fatica dalla colonizzazione alla indipendenza, così si esprimeva: “Ne abbiamo parlato a lungo durante l’incontro Fidei Donum a Niahururu in Kenya lo scorso novembre (2007). Per conto mio, ricordo il ritornello che animava certe conversazioni già negli anni ’80: Indipendenza economica per avere indipendenza personale. Indipendenza personale per avere indipendenza culturale.”

In questa ricerca non ha mai operato in isolamento: “Non ho mai vissuto da solo. Sempre in due o tre, ora in cinque. Francesi, Italiani, Africani autoctoni o immigrati”.

“Quanto ai “Laici”, nei primi anni facevo riferimento quasi esclusivamente ai maestri delle scuole cattoliche ed ai catechisti delle piccole comunità di villaggio. Oggi i laici impegnati hanno maggiore responsabilità nella gestione della parrocchia, nella catechesi degli adulti, nell’animazione dei movimenti e della liturgia.

E poi ci sono i “laici” che stanno ancora alla porta, o guardano le nostre mosse soltanto da lontano. “Anche quelli…” dice Gesù.

Alla domanda posta su un nostro questionario rispondeva con un’altra domanda. E’ possibile fare missione senza vivere in profonda comunione con il clero locale e con i laici? Tanto varrebbe “andarsene al mare”.

Al mare non è andato e lo ringraziamo.

Gino Chiesa

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