AMBIENTE ED ECONOMIA Il Consiglio dei ministri ha approvato la nuova legge forestale. Il testo interviene nella valorizzazione del patrimonio boschivo attraverso una gestione corretta e attiva. L’iter prevede ora un passaggio alla conferenza Stato-Regioni. Poi, il documento tornerà al Consiglio dei ministri. «Sono passaggi che necessitano di poco tempo e possono essere fatti anche in questo scorcio finale di legislatura, o persino a Camere sciolte. Siamo dunque in dirittura d’arrivo», sottolinea il viceministro delle politiche agricole Andrea Olivero.
In Italia le foreste occupano 12 milioni di ettari. Il Piemonte è la prima regione con un’estensione di 976.953 ettari (663.070 dei quali in territorio montano). La provincia di Cuneo è in testa alla classifica regionale con 268.381 ettari. Secondo i dati forniti dall’Uncem, in alta Langa ci sono 22.857,6 ettari di boschi, pari al 48% per cento dell’estensione territoriale totale. Il paese con più ettari boscati è Pezzolo Valle Uzzone (1.831,8) seguito da Saliceto, Cortemilia, Camerana, Murazzano, Castelletto Uzzone e Niella Belbo, tutti sopra i mille ettari. In percentuale, il Comune più boscoso è invece Gottasecca, con 943,5 ettari su una superficie totale di 1.298,2 ettari: in pratica il 73 per cento del territorio comunale è coperto da boschi.
La nuova legge delinea criteri innovativi di programmazione e pianificazione forestale mediante una strategia nazionale ventennale. Sarà inoltre costituita una direzione forestale al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, affidata ad Alessandra Stefani, già comandante regionale del Piemonte della Forestale.
Il testo unico fissa anche criteri minimi uniformi per le attività di gestione forestale, assegnando a ogni Regione il compito di metterli in pratica, e disciplina in modo nuovo la trasformazione delle aree boscate in altra destinazione d’uso, mantenendo saldo il principio dell’obbligo di compensazione dell’intervento con monetizzazione o lavori di rimboschimento sul territorio.
La legge prevede infine la pianificazione di piste utili ai lavori forestali e definisce in modo chiaro che cosa è un bosco.
Soddisfatto per l’approvazione della nuova legge il viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero: «La riforma era attesa da decenni. La legge definisce un percorso necessario e fondamentale: il passaggio da una visione dei boschi museale e, spesso, legata al loro stato di abbandono a una gestione dinamica e sostenibile, in modo da coniugare le esigenze ambientali con opportunità di occupazione».
Quali vantaggi porterà la legge al patrimonio forestale piemontese e a quello della provincia di Cuneo? Risponde Olivero: «In Piemonte è stata approvata di recente un’ottima legge regionale, ma quella nazionale può aiutare a superare alcuni limiti burocratici che permangono nelle autorizzazioni alla gestione forestale e può spingere il settore a crescere ancora. In montagna e sull’alta collina aumentano i terreni abbandonati e poterli gestire con strumenti adeguati può essere un buon modo per dare lavoro e combattere il dissesto idrogeologico».
Commenti positivi arrivano anche dal presidente dell’Uncem Piemonte Lido Riba: «Abbiamo in Italia 12 milioni di ettari di bosco che oggi non hanno valore e sono in abbandono, mentre l’Italia importa 500mila tonnellate di legna da ardere e 700mila di cippato e scarti in legno. Questa legge ci dice che quel bosco deve tornare a essere usato, deve essere produttivo e creare posti di lavoro. Il Piemonte potrebbe estrarre 20 milioni di quintali di legno l’anno, ma ne usa solo 4 milioni. Con la Regione e l’Ipla, Uncem lavora da tempo per permettere a unioni montane e Comuni di dotarsi di piani di gestione forestale. Il post- emergenza incendi dimostra che prevenire vuol dire gestire bene».